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Comune di Palermo: dai revisori dei conti ok al Bilancio «ma occorre riscuotere le tasse»

Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo

Il parere dei revisori dei conti sul bilancio di previsione del Comune di Palermo 2022-2024 è positivo. E non era una cosa scontata, visti i giudizi taglienti, mai risparmiati sull'andamento dei conti comunali. Dopo l'approvazione del rendiconto 2021 (che valeva anche come previsionale per lo stesso anno), l'amministrazione entro fine mese intende riallineare la tempistica sui documenti finanziari che da due anni, sostanzialmente, non riuscivano a trovare la quadra per difetto di equilibrio.

Fa comunque pensare un bilancio di previsione licenziato a fine anno. Quando non c'è sostanzialmente più nulla da programmare e fatalmente il tutto somiglia a un conteggio e a una presa d'atto di quanto fatto nel 2022. In realtà, quasi nulla. La borsa è stata ingessata, lo squilibrio ha impastoiato l'amministrazione precedente e quella attuale, che non hanno potuto disporre di un solo euro che non fosse da destinare a spese obbligatorie. Il resto è finito nel gorgo dei fondi a tutela dei crediti di dubbia esigibilità: una montagna.

L'amministrazione poteva raggranellare qualcosa mettendo in vendita qualche suo bene non strategico ai fini delle attività istituzionali. Ma, osservano i revisori, «nel bilancio rileva tale fattispecie. Una sostanziosa fonte di introito per il servizio di igiene ambientale è la Tari in particolare. L'ente ha previsto nel bilancio 2022, la somma di euro 133 milioni e 670 mila euro, in aumento rispetto a quanto iscritto a rendiconto 2021 (euro 124.291.438) anche a causa della questione dei cosiddetti extra-costi». Solo che su questa tassa pesa, notevolmente, il fortissimo tasso di morosità, circa la metà sostanzialmente non paga e nel bilancio la quota recuperata viene stimata di poco superiore ai 13 milioni. E aggiungendo Imu, Tosap e tassa sulla Pubblicità non incassati si giunge per quest'anno alla necessità di accantonare al fondo crediti circa 90 milioni.

I revisori (Salvatore Sardo, Carmelo Scalisi e Vincenzo Traina) evidenziano i problemi rappresentati dai cosiddetti disallineamenti, cioè crediti delle società partecipate nei confronti del Comune che però non li riconosce. «Una grave violazione del principio di legge. Le criticità esposte rappresentano, una persistente gravissima irregolarità contabile, pericolosa per gli equilibri di bilancio». Rispetto a tale patologico fenomeno «si ritorna a sollecitare l’adozione degli interventi correttivi».

Alla fine il giudizio è positivo. Le partite si allineano e grazie anche al fatto che si tratta di una fotocopia di quello dell'anno precedente: «Un bilancio tecnico, poiché le scelte operate sono di mera sussistenza e, al momento, finalizzate alle spese strettamente necessarie all’ente». Ovviamente, il giudizio dei revisori risente anche dell’impegno di portare a casa, da parte del sindaco, Roberto Lagalla, un piano di riequilibrio mediante la sottoscrizione di un accordo con lo Stato il cui schema (come abbiamo già scritto su questo giornale) è stato già predisposto dalla giunta e già inviato per l’approvazione al Consiglio comunale.

Parere favorevole, infine. benché «si ritiene indispensabile segnalare e ricordare che le innumerevoli problematiche del Comune impongono una attività amministrativa decisa ed oculata, volta ad attuare tutti i correttivi».

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