Ai ferri corti l’ex presidente della Regione Siciliana ed attuale ministro della Protezione civile e delle Politiche del mare Nello Musumeci, di Fratelli d’Italia, e il Movimento 5 Stelle. Ieri il ministro ha duramente attaccato l’ex presidente del Consiglio e ora leader del movimento, Giuseppe Conte, che nei giorni è stato in Sicilia per incontrare la gente e parlare a sostegno del reddito di cittadinanza. «Il presidente Conte - ha detto Musumeci ieri, 17 dicembre - è stato scelto per fare il capo del governo perché era moderato, borghese, rassicurante. Un borghese piccolo piccolo, per dirla con Alberto Sordi. Ora ve lo immaginate uno come Conte a parlare alla pancia della gente, a fare il Masaniello? È una parte da teatrante che non può reggere a lungo». Musumeci ha parlato alla festa del decennale della fondazione di Fratelli d’Italia, in piazza del Popolo, a Roma. «Una forza di governo come la nostra - ha aggiunto Musumeci, con riferimento in particolare al reddito di cittadinanza - ha il dovere di denunciare e neutralizzare questa mistificazione portata avanti sulla pelle di milioni di italiani che soffrono e vivono la povertà. Il M5s ha scoperto di avere bisogno di un blocco sociale dopo la batosta ricevuta. I grillini erano nati per essere l’alternativa al sistema, hanno aperto la scatoletta di tonno, ma il tonno se lo sono mangiato». «Abbiamo assistito - ha proseguito l'ex presidente siciliano - al trasformismo più spregiudicato. Il presidente “borghese” Giuseppe Conte non aveva a che fare con gli agitatori di piazza, serviva un moderatore rassicurante. Conte quando fa il Masaniello in Sicilia sta recitando una parte che non regge e non può reggere a lungo». Oggi è arrivata la replica dei pentastellati. «L'attacco di Musumeci a Conte e al reddito di cittadinanza - dice il capogruppo del M5s all’Assemblea regionale siciliana, Antonio De Luca - è indegno, come indegna è stata gran parte della sua attività da governatore, che ha fallito pure le principali riforme strombazzate in campagna elettorale, in primis quella sui rifiuti, che per colpa sua in Sicilia continua ad essere una costante emergenza». De Luca insiste sul passato da presidente della Regione di Musumeci. «Che il suo governo sia stato un fallimento - afferma - è un dato di fatto. La sua mancata ricandidatura alla presidenza della Regione è stata voluta perfino da gran parte della sua maggioranza. Se ciò è avvenuto ci sarà un perché». Poi torna a parlare dell’attacco di ieri sera. «Definire Conte un agitatore - continua De Luca - perché difende uno strumento che ha salvato dalla disperazione tantissime famiglie e tolto manovalanza alla mafia, provocando perfino le lamentele dei boss, oltre che ingiusto è assurdo. Specie se queste accuse arrivano da chi non ha fatto nulla per fare funzionare il reddito di cittadinanza, anzi ne ha nei fatti ostacolato il percorso, visto che il suo governo ha perso tantissimo tempo per fare i concorsi necessari a potenziare i centri per l’impiego per i quali sono stanziati solo in Sicilia 86 milioni proprio dal governo Conte nel 2019». «Piuttosto che attaccare gli altri - conclude Antonio De Luca - Musumeci pensi ai suoi fallimenti. Ma evidentemente il ministro ha una grande idea di se stesso e, si sa, chi ha una grande idea di sé, spesso è l’unica grande idea che può avere in vita sua».