Palermo

Martedì 07 Maggio 2024

Palermo, Lagalla: Palazzo delle Aquile chiuderà per 2-3 anni, sarò un sindaco errante

Sala Martorana di Palazzo Comitini in una foto del 2006, dopo i restauri di allora

«A Palazzo delle Aquile sarà fatta una profonda ristrutturazione, i lavori dureranno 2/3 anni. Io sarà un sindaco errante tra Palazzo Palagonia e Palazzo Comitini, con qualche incursione a Villa Niscemi quando sarà disponibile perché pare che la legionella sia indebellabile». Lo dice il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. In merito alla posizione contraria dei sindacati ad accogliere a Palazzo Comitini il Consiglio comunale e gli uffici amministrativi, il sindaco afferma: Bisogna spegnere i conflitti, nelle prossime ore mi cimenterò per questo. Certamente - aggiunge - non si può mettere in tenda il Consiglio comunale. È necessaria una leale collaborazione istituzionale». A breve Palazzo delle Aquile diventerà un cantiere per lavori di ristrutturazione, ma l’idea di trasferire l’attività del municipio a Palazzo Comitini sta creando polemiche. A mettersi di traverso sono i sindacati contrari al trasloco dei consiglieri e dei dipendenti comunali nell’edificio dell’ex Provincia, ora sede della Città metropolitana. Lo hanno fatto con una nota trasmessa ieri al sindaco Roberto Lagalla. Fp-Cgil, Uil-Fpl, Cisl-Fp e Csa scrivono che negli ultimi due mesi hanno registrato «una sistematica e continua pressione da parte della rappresentanza del Consiglio comunale circa l’intento del trasferimento degli attuali uffici amministrativi della Presidenza e del Consiglio nei locali di Palazzo Comitini, causa la chiusura di Palazzo delle Aquile per lavori». I toni dei sindacati sono duri. «Le azioni coatte e coercitive di prendere possesso di stanze già occupate per anni da lavoratori dipendenti - si legge nella nota - si scontra e sta creando non solo disagi e forti lamentele da parte dei lavoratori dell’ex Provincia, ma la promiscuità con altri soggetti provenienti dagli uffici comunali che rischia di tradursi in una macro-allocazione confusionale e poco gestibile per via tra l'altro di lavoratori sottoposti a un regime orario e contrattuale di per sé differente». Per i sindacati inoltre è «inopportuno e dannoso per le già precarie condizioni di Sala Martorana (le preziose maioliche in primis) farvi svolgere i lavori consiliari del Comune». Così, suggeriscono alla Sovrintendenza ai Beni culturali di negare il trasloco.

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