A Palermo si prospettano tre mesi di impegno durissimo per il personale della Rap, l'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti. Da metà mese al 15 gennaio saranno novanta giorni di lavoro senza sosta. Soprattutto non potranno assentarsi a qualsiasi titolo più di tre giorni al mese (compresi permessi speciali, ferie e malattie), pena il mancato incasso di un incentivo sulla cui consistenza l'azienda dovrà fare una proposta da calare poi in un accordo. Inoltre, potenziamento del turno pomeridiano di raccolta e obbligatorietà per il personale addetto a svolgere almeno due domeniche al mese di lavoro, anziché una come avviene oggi, per garantire un livello di efficienza accettabile al servizio. Questi sono alcuni degli impegni di massima che i sindacati si sono impegnati a sottoscrivere nel corso di un incontro con i vertici della Rap, alla presenza dell’amministratore, Girolamo Caruso. Riunione nata dopo la strigliata del sindaco, Roberto Lagalla, al management, al quale ha chiesto l'elaborazione di un piano di emergenza per fare fronte anche all'ipotesi di eventi non previsti. Tutto questo per non vedere più la città «umiliata dai rifiuti» (sono parole del primo cittadino). Insomma, il sindaco non ha gradito verificare che, se da un lato il piano straordinario messo in pratica con squadre di attacco di Reset e Rap ha funzionato, dall'altro la macchina non ha retto all'impegno quotidiano e ordinario. Frutto del fatto che metà dei mezzi sono fuori uso, che mancano le spazzatrici (ce ne sono solo due in servizio, ne servirebbero almeno altre sei), non esistono bob-cat, i compattatori sono vecchi e sfruttatissimi. Per non parlare del personale sottodimensionato. «Di fatto queste soluzioni che si sono messe sul tavolo gravano solo sui lavoratori - spiega Vincenzo Traina della Fit Cisl -. Per la verità, ora noi ci auguriamo fortemente che anche il Comune e l’azienda facciano la loro parte e pongano in essere soluzioni vere e definitive». In particolare, parte la richiesta alla giunta comunale di modificare il tipo di assunzioni per 306 operatori, 46 autisti e 6 dirigenti: non a tempo determinato, ma a tempo indeterminato. «Se non si fa così - spiega Traina - si perderebbero milioni per il fatto che non si potrebbe applicare la decontribuzione». Insomma, tentare di spremere ancora di più il personale al momento è l’unica carta sul piatto, peraltro elaborata dai sindacati. Ovviamente, bisognerà attendere che Caruso riunifichi le proposte e ne faccia un insieme coordinato da presentare lunedì a Lagalla. Ieri infatti, Caruso non ha diramato alcuna nota a commento dell’incontro con i rappresentanti dei lavoratori. È stato posto anche il tema del possibile riposizionamento delle forze nei turni di raccolta, ben sapendo che al momento già ci sono venti itinerari che vengono effettuati due volte dalle stesse squadre che sostanzialmente garantiscono il doppio turno. Se si dovesse inceppare questo meccanismo e le sigle dovessero ritirare questa disponibilità, ogni giorno - oltre al disagi, diciamo così normali - si lascerebbero per strada qualcosa come 450 tonnellate di rifiuti. «Ma è chiaro che nessuno può abusare della disponibilità dei lavoratori verso la città - conclude Traina -. Se qualcuno pensa di potere scaricare esclusivamente sugli operai il peso insostenibile di questa crisi si sbaglia di grosso e siamo pronti ad assumere tutte le iniziative del caso».