«Attendiamo solo la nomina, il regolamento è già stato approvato lo scorso anno. Dopo gli ultimi due episodi verificatisi al carcere Pagliarelli e all’Ucciardone, la necessità di avere un Garante comunale per i diritti dei carcerati è estrema». A parlare è Gaetano D’Amico, presidente del comitato «Esistono i diritti» di Palermo, che negli anni ha condotto tantissime lotte per i diritti dei detenuti.
Lotte trasversali e transpartitiche, che hanno riscontrato l’appoggio di tanti uomini e donne della politica provenienti da diversi partiti. Adesso, da circa 4 anni, il comitato è impegnato nella lotta per i diritti dei carcerati. In particolare, la richiesta che veniva portata all’attenzione del Comune di Palermo era quella di istituire la figura del Garante comunale, ossia una figura che osservi e monitori le condizioni di vita in questi luoghi e, dove necessario, solleciti un intervento da parte delle istituzioni competenti. E non solo. Il garante rappresenterebbe sopratutto una figura di riferimento per i detenuti, che avrebbero diritto di chiedere un colloquio con quest’ultimo per esporre questioni e situazioni di difficoltà personale o legata all’ambiente di detenzione.
Nelle città dove viene a mancare questa importantissima figura, è possibile rivolgersi soltanto il garante regionale - ruolo ricoperto in Sicilia dal giurista e studioso del diritto penale, Giovanni Fiandaca. Ma il regionale, tuttavia, dovendo coprire un elevato numero di istituti di detenzione in tutta la regione, incontra spesso difficoltà a rispondere in tempi brevi alle richieste, magari singole, che arrivano.
Così, lo scorso anno, l’amministrazione comunale approva finalmente il regolamento. A mancare, però, è la nomina, che deve essere posta in essere dal sindaco: «Aspettiamo da quasi un anno che venga nominato il Garante comunale - ha spiegato Gaetano D’amico - manca l’ultimo passo. So che sono state presentate delle candidature, aspettiamo di essere ricevuti dal nuovo primo cittadino, che già è al corrente della nostra richiesta».
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