Gianfranco Micciché opterà per il seggio all’Ars se verrà eletto anche al Senato. Una mossa anticipata dallo stesso leader forzista che apre nuovi scenari nella corsa a un posto in giunta già avviata da tempo nel centrodestra. Anche se molte intese stanno maturando sottovalutando una norma approvata senza tanto clamore due anni fa e che ora avrà l’effetto di cambiare i rapporti di forza nella partita per gli assessorati.
«Anche se sarò eletto al Senato, sceglierò di restare all’Ars per completare il lavoro avviato negli ultimi 5 anni» ha detto ieri Micciché. Il presidente uscente dell’Ars è anche capolista al Senato (posto blindato) ma è sulla candidatura alle Regionali che ha deciso di puntare e chiedere i voti agli elettori. «Dopo aver ottenuto che Musumeci non fosse ricandidato non posso andare via. Non voglio regali o posti al sole. Lavorerò accanto a Schifani e cercherò di risolvere i problemi della Sicilia da qui» ha aggiunto il capo dei forzisti. Che ha svelato anche alcune mosse del partito in vista del dopo voto, partendo dal rapporto conflittuale che ha avuto con l’assessore Ruggero Razza: «Io non dico che la Sanità è stata gestita male ma ci sono molte cose ancora da fare. E penso che Forza Italia avrà il diritto di chiedere di guidare la Sanità perché saremo il primo partito. In ogni caso anche Musumeci ha avocato a sé il controllo di questo settore. E noi ci stiamo già lavorando».
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