La Regione Siciliana si costituisce parte civile nel processo che vede imputati l’assessore alla Salute Ruggero Razza e la dirigente generale Maria Letizia Di Liberti. Lo ha deciso la giunta nella riunione inedita e straordinaria di sabato notte, la stessa in cui è stata approvata anche la maxi manovra correttiva da oltre 800 milioni. Dunque, il governo decide di schierare la Regione contro Razza. Una mossa che lo stesso assessore alla Sanità ha condiviso: Razza era presente sabato alla riunione della giunta in cui è stata approvata la costituzione di parte civile all’unanimità. Il processo è quello sulla presunta falsificazione dei dati di contagio da Covid in Sicilia. Una manovra che all’assessorato alla Sanità, secondo l’accusa, sarebbe stata organizzata per allentare le misure di protezione (la cosiddetta zona rossa) e dunque evitare provvedimenti impopolari. La costituzione di parte civile ha come presupposto che l’accusa nei confronti di Razza veda la Regione fra le parti offese. E dunque in caso di condanna la mossa della giunta legittimerebbe un risarcimento dell’assessore a Palazzo d’Orleans. Una situazione che non ha evitato un certo imbarazzo politico nel governo. La scelta di costituirsi parte civile fino a ieri, a tre giorni da quando è stata presa, non era ancora stata ufficializzata con la pubblicazione della delibera. In più è una decisione arrivata proprio in limine litis, visto che il processo a carico di Razza e Di Liberti doveva iniziare oggi. Se la decisione di costituirsi parte civile non fosse stata presa entro sabato, sarebbero scaduti i termini. E di fronte al pericolo che potesse scoppiare un caso politico per l’inerzia della giunta di fronte a una vicenda che tanto clamore mediatico ha determinato Musumeci e gli assessori hanno optato per schierare la Regione nel processo contro il delfino del presidente. Una mossa che Razza ieri ha mostrato di condividere: «In caso di condanna la Regione sarebbe parte offesa, mi pare dunque naturale che si costituisca parte civile. Il governo ha ritenuto di farlo e io stesso ero d’accordo. La Regione non deve fare nulla che possa anche solo far sospettare che in questa vicenda ci sia un atteggiamento di favore nei miei confronti. D’altro canto, sapevamo da marzo che ci sarebbe stato un processo contro di me e restiamo convinti che da questo io possa uscire bene». In realtà sia Razza che la Di Liberti, a sua volta reimmessa nel ruolo di dirigente (seppure alla Famiglia e non più alla Sanità) da qualche mese, hanno poi chiesto il rito abbreviato e dunque per loro il processo è stato rinviato al 10 novembre. Quando le elezioni regionali saranno già state svolte.