Una comunicazione al personale di cinque righe scarne e alla Sinfonica cambia il sovrintendente. Anche perché nessuno aveva saputo della dimissioni di Giandomenico Vaccari, a quanto pare presentate a metà giugno, con decorrenza fine mese, e due giorni fa il commissario Nicola Tarantino ha nominato il nuovo sovrintendente, il catanese Francesco Di Mauro, già coordinatore della direzione artistica, anzi, secondo il suo curriculum discorsivo per il Capri Opera Festival, si tratta di un ritorno, visto che riporta di essere già stato sovrintendente e direttore artistico della Foss. E, a spulciare all’indietro la cronaca, nel 2018 c’erano già stati i dubbi dell’ex sovrintendente Giorgio Pace sul suo curriculum e sui criteri di assunzione alla Foss dal 2004 come maestro collaboratore. Ma deve comunque aver convinto il commissario, se l’ha nominato al posto di Vaccari che lascia la poltrona di sovrintendente dopo neanche un anno dal suo insediamento. Insomma, c’è da chiedersi quale sia il clima che si respira alla Foss in queste ore e perché non sia stato comunicato il cambio al vertice all’esterno del Politeama. Nel frattempo, è arrivata anche la proroga dell’incarico di commissario straordinario della Fondazione per Nicola Tarantino: l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina ha infatti firmato il nuovo decreto valido sino alla nomina del Consiglio di amministrazione della Foss (che si attende da oltre due anni) e comunque non oltre i quattro mesi dalle elezioni: appena sarà nominato il nuovo presidente della Regione, si potrà procedere alla composizione dei CdA delle diverse partecipate. Insomma, all’Orchestra sinfonica si fa e si disfa, ma – secondo la Uil – è un papocchio . «L’alternanza di presidenti, CdA, commissari, è sotto gli occhi di tutti, finisce spesso nelle aule parlamentari – scrive Giuseppe Tumminia, segretario generale della Uil – ma tutto si riduce al fallimento della gestione commissariale che ci consegna un’orchestra priva di una prospettiva strutturale». Secondo il sindacato, il commissario avrebbe solo cercato di mettere i lavoratori l’uno contro l’altro. «Abbiamo appreso delle dimissioni del sovrintendente e della nomina di una figura interna, l’impressione resta quella di un disegno di cui prima o poi scopriremo le finalità. Il commissario non può continuare a minacciare le dimissioni, se è una scelta che ha maturato la porti a compimento e faccia spazio ad altri».