"La crisi economica, generata prima dalla pandemia e adesso dalla guerra in Ucraina, ha reso la Sicilia ancora più povera. A peggiorare la situazione l’aumento dei prezzi di gas e luce, ma anche dei generi alimentari, che si abbatterà sulle famiglie nel corso dell’anno. In Sicilia le persone in forte difficoltà economica sono già il 38 per cento e l’Isola è sul podio delle regioni più in sofferenza con un tasso di occupazione che ha toccato il 41 per cento. Le donne sono quelle che hanno pagato il prezzo più caro, lavora solo il 35 per cento della popolazione (contro il 45,6% in Italia) e sempre più giovani cercano di costruirsi un futuro altrove. Mancano servizi, infrastrutture ma soprattutto progetti per rilanciare l’economia grazie ai fondi del Pnrr. Sino ad oggi il governo regionale non ha mai aperto un confronto con le organizzazioni sindacali per cercare soluzioni. Oggi abbiamo tutti gli strumenti per ripartire, non possiamo farci sfuggire anche questa occasione. Dobbiamo evitare che la nostra isola rimanga sempre più isolata”. E’ durissimo l’attacco del segretario della Uil Sicilia e Area vasta, Luisella Lionti in occasione del suo primo congresso regionale a Palermo, alla presenza del segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri e di tutta la Segreteria nazionale.
E proprio il segretario Bombardieri ha aggiunto: “Questo è un Paese che soffre. Lavoratrici e lavoratori pagano una inflazione al 7%. Sono usciti i dati Swimez, tanti i progetti e impegni per il Mezzogiorno ma nessun cronoprogramma, i siciliani sono stanchi di annunci”. Il leader della Uil ha anche affrontato l’emergenza dei morti sul lavoro: “Oggi 4 morti sul lavoro e tre feriti. Lancio una provocazione: se la mafia avesse ammazzato lo stesso numero di persone quale sarebbe stata la reazione dello Stato? Chiediamo alle istituzioni un’azione forte e immediata”. Il lungo periodo di crisi ha determinato anche una carenza di professionalità. Un problema ben noto nell’edilizia, settore in forte crescita grazie ai bonus. Negli ultimi mesi sono aumentati i cantieri, a scarseggiare sono, però, i controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli ispettori sono solo 82, 63 quelli in servizio. Un’impresa, quindi, sarà sottoposta a verifiche una volta ogni 30 anni. “E di mancanza di controlli si muore - afferma Lionti -. Ecco perché chiediamo che venga incrementata la pianta organica a 256 unità”.
E Lionti aggiunge: “La pandemia ha evidenziato tutte le criticità contrattuali, la presenza di lavoro nero, la frammentazione dei contratti. Ho scelto il teatro come simbolo della crisi perché questo è, di certo, uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Ma non dimentichiamo anche quello turistico, bancario e soprattutto quello sanitario. Gli investimenti sulla medicina territoriale, previsti dal Pnrr, potrebbero essere fondamentali per un rilancio. Peccato, però, che il presidente Musumeci oltre a non riconoscere il ruolo delle parti sociali, non rispetti l’accordo sottoscritto a Palazzo Chigi tra Cgil, Cisl e Uil e il Presidente del Consiglio che prevede la partecipazione e il confronto preventivo con i sindacati”. Per la Uil bisogna coinvolgere i medici di famiglia e il personale sanitario, in attesa da anni della riqualificazione, e utilizzare nuovo personale medico, infermieristico e amministrativo valorizzando l’esperienza dei tanti precari in prima fila nell’emergenza Covid, a partire dal personale Usca. “Occorre - precisa Lionti - un piano che tenga in considerazione l’età media della popolazione, solo in Sicilia ci sono più di un milione di anziani per i quali è indispensabile una medicina territoriale adeguata. Dobbiamo monitorare le rsa e censire le case di riposo puntando sull’invecchiamento attivo. Gli anziani sono una risorsa, non un peso”. Fondamentale è dare riposte ai giovani che, sempre più spesso, lasciano la nostra isola alla ricerca di occupazione per poi non tornare più. Per la leader della Uil Sicilia serve mettere in rete aziende e scuole: “Il programma Gol è un’occasione unica per ripartire, faremo di tutto affinché i 5,6 miliardi di euro vengano effettivamente spesi per rendere più sinergici i sistemi d’istruzione e formazione con il mercato del lavoro”. Da anni in Sicilia non si investe sull’Industria e si continua ad assistere ad un processo di desertificazione e delocalizzazione. Transizione energetica ed ecologica sono i due pilastri del Recovery Plan ma il Pnrr ignora le loro prospettive di riconversione.
“Il continuo negare risorse a queste realtà, da cui dipende una fetta significativa del nostro Pil, porta a una spirale di recesso facendo fuggire le imprese esistenti e allontanando sempre di più quelle che vorrebbero investire nell’area industriale. “Non si tratta solo di evitare la perdita di oltre 10 mila posti di lavoro, ma di affrontare il problema del fabbisogno energetico del Paese. La nostra Isola - continua il segretario della Uil Sicilia - ha tutte le caratteristiche per ospitare un grande hub per la produzione e distribuzione dell’idrogeno verde. Per fare questo è indispensabile che il bando del Pnrr vada in porto. La Regione deve fare in fretta, deve essere promotrice di un incontro con aziende e territori. Non c’è sviluppo senza infrastrutture”. Le Zes possono essere uno strumento importante per creare aree logistiche avanzate. In più, tutta la parte meridionale dell’Isola dovrebbe essere deputata a intercettare le merci in transito nel Mediterraneo, invece non è stato investito nemmeno un euro. “Fino a oggi - conclude Lionti - abbiamo sentito solo annunci senza riscontri, speriamo in un confronto serio per una ripartenza vera. La Uil c’è, c’è sempre stata e continuerà ad esserci guidando il cambiamento”.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia