A Sala delle Lapidi fallisce il tentativo di bocciare la delibera con cui l'amministrazione chiede il raddoppio dell'addizionale Irpef, misura fondamentale su cui si regge il piano di riequilibrio e lo avrebbe mandato a gambe per aria. Al momento del voto si contano 15 sì, esattamente quelli dei presenti in aula che però non bastano a mantenere il numero legale e dunque l'assemblea si scioglie. L'amministrazione sta evidentemente col fiato sospeso (in aula a rappresentarla c’era l’assessore Sergio Marino), sapendo di essere affidata al fragilissimo gioco d'aula. A volte basta uno o due consiglieri che non rispondono all'appello per salvare la situazione prima del precipizio. Quello che è accaduto ieri mattina, in sostanza. Con 5 stelle, Pd e Sinistra comune che invece volontariamente sono usciti dall’aula con chiaro intendo di boicottare il tentativo di affossare la delibera facendo mancare il numero legale. Emerge, dall'altro lato, una spaccatura evidente di quella che è l'opposizione nel frattempo diventata maggioranza numerica. A parole tutti contro l'amministrazione, ma alla prova dei fatti, quando c'è da calare la carta pesante, si registrano uscite strategiche dall'aula, assenza calibrate, allontanamenti improvvisi. Defezioni da Forza Italia, Diventerà Bellissima, Lega, Fratelli d’Italia e Sicilia Futura. Mentre quando si trattò di opporsi al piano di riequilibrio, a Sala delle Lapidi si era registrata un altro tipo di fronte, più compatto e combattivo. Ugo Forello sintetizza così: «E' evidente che esiste un accordo sottobanco fra la maggioranza di governo e pezzi dell'opposizione, Forza Italia in testa. Entrambi – sostiene il consigliere del gruppo Oso – sono d'accordo a scaricare sui cittadini un aumento di tasse insopportabili che servirà solo ed esclusivamente a coprire buchi di bilancio». La coalizione di centrosinistra (PD, Sce e M5S) dirama un comunicato unitario: «Continua il circo mistificatorio della nuova maggioranza di centrodestra che, pur avendo abbondanti numeri per votare gli atti, continua ad addossare colpe a chi ha semplicemente scelto di restare coerente al proprio mandato elettorale in questi cinque anni, senza cambi di casacca e salti della quaglia a convenienza. Siamo usciti dall’aula, dichiarandolo apertamente, per evitare la bocciatura di un atto necessario per sbloccare finalmente i bilanci del Comune». «Oggi ho votato contro l'aumento dell'Irpef, perché non si può continuare a chiedere soldi ai palermitani per risanare i conti del Comune - ha detto Marianna Caronia . Continuo a chiedere che l’Amministrazione individui le somme necessarie per impedire un nuovo salasso per le tasche dei lavoratori dipendenti con un aumento sproporzionato dell’Irpef. Per far questo occorre che il Governo nazionale trovi per Palermo somme adeguate, come ha fatto per Napoli e altre grandi città che si trovano in situazioni analoghe di predissesto».