Si sbloccano i pagamenti delle fatture al Comune di Palermo. Un parere dell'avvocatura comunale risolve la questione posta dal piano di ricognizione dei debiti che l'amministrazione ha avviato bloccando qualsiasi bonifico. Ora l'interpretazione è che rientrano in questa tagliola solamente i servizi e i lavori finanziati da fondi comunali. Mentre tutto il resto rimane escluso: dagli avanzamenti dei lavori delle grandi opere pubbliche, ai progetti finanziati con Pon Metro. Anche le cooperative del terzo settore, sovvenzionati con fondi statali o regionali, tirano un sospiro di sollievo.
L'avviso del Comune impone ai creditori di presentare istanza entro il 10 aprile, pena la loro esclusione. Si era sollevato un polverone di polemiche. L'interpretazione della norma era talmente stringente da includere in questo imbuto tutti coloro che avevano rapporti in sospeso con l'amministrazione.
Oggi arrivata la risposta dell'avvocato Vincenzo Criscuoli secondo cui bisogna ritenere «escluse dagli obblighi della legge i debiti commerciali finanziati con fondi extracomunali aventi destinazione vincolata e soggetti a termini perentori di rendicontazione pena la loro revoca e il danno all'ente». Basile non ha perso tempo e immediatamente ha diramato una direttiva agli uffici chiedendo di uniformarsi alle indicazioni dell'avvocatura e di svincolare le determine di pagamento che rispondono ai requisiti indicati.
Il dubbio sull’incongruenza della norma rispetto, ad esempio, ad appalti di lavori pubblici aggiudicati con massimo ribasso e soggetti a tappe temporali ben scandite, era apparso subito forte. Lo stesso Antonio Le Donne, segretario generale, in una nota spiega che «nel caso in cui si decidesse di sospendere anche i pagamenti connessi agli interventi a valere sui programmi comunitari , si rischierebbe di sospenderne l’avanzamento fisico e, quindi, di non garantire il completamento degli stessi entro i rigidi termini imposti e, in tale evenienza, si assisterebbe al totale definanziamento delle risorse con conseguente grave danno per l’amministrazione»
Oggi arrivata la risposta dell'avvocato Vincenzo Criscuoli secondo cui bisogna ritenere «escluse dagli obblighi della legge i debiti commerciali finanziati con fondi extracomunali aventi destinazione vincolata e soggetti a termini perentori di rendicontazione pena la loro revoca e il danno all'ente». Basile non ha perso tempo e immediatamente ha diramato una direttiva agli uffici chiedendo di uniformarsi alle indicazioni dell'avvocatura e di svincolare le determine di pagamento che rispondono ai requisiti indicati.
Il dubbio sull’incongruenza della norma rispetto, ad esempio, ad appalti di lavori pubblici aggiudicati con massimo ribasso e soggetti a tappe temporali ben scandite, era apparso subito forte. Lo stesso Antonio Le Donne, segretario generale, in una nota spiega che «nel caso in cui si decidesse di sospendere anche i pagamenti connessi agli interventi a valere sui programmi comunitari , si rischierebbe di sospenderne l’avanzamento fisico e, quindi, di non garantire il completamento degli stessi entro i rigidi termini imposti e, in tale evenienza, si assisterebbe al totale definanziamento delle risorse con conseguente grave danno per l’amministrazione»
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