Una lunga, lunghissima, riunione della giunta ha convinto Musumeci a prendere ancora tempo e rinviare la resa dei conti con i “disertori e traditori” che gli hanno votato contro all'Ars ieri. E così l'azzeramento del governo avverrà solo dopo l'approvazione, sempre all'Ars, dell'esercizio provvisorio. Passaggio previsto per martedì prossimo. Ma nel frattempo ci sono così quattro giorni e mezzo di tempo in più per i pontieri al lavoro da ieri sera.
Il day after alla Regione non è meno agitato da quello in cui all'Ars il voto sui grandi elettori del Presidente della Repubblica ha visto Musumeci prendere meno consensi del candidato dell'opppsozione. Uno smacco che aveva indotto il presidente prima a dimettersi e opoi a ripiegare su un azzeramento della giunta annunciato in nottata via Facebook.
Stamattina intorno alle 11 il presidente ha riunito gli assessori per comunicare le proprie decisioni ufficialmente. Ma in giunta Musumeci ha trovato il muro degli scettici sull'opportunità di andare avanti con un nuovo governo.
La frattura con i partiti è profonda e i più fedeli assessori dei partiti alleati hanno fatto presente che difficilmente un nuovo governo risolverebbe il problema. Tanto più che da ore si rincorre l'indiscrezione secondo cui la Lega non entrerebbe nel Musumeci bis. In più Forza Italia avanzerebbe richieste che Musumeci difficilmente potrebbe accettare: a cominciare dal cambio di assessore alla Sanità (per mettere da parte Ruggero Razza) e all'Economia (per un gioco di equilibri interni che porterebbe al siluramento di Gaetano Armao).
Scenari sui quali per ora cala una tregua. Gli assessori hanno convinto Musumeci che non si può lasciare la Sicilia senza un governo e contemporaneamente senza un bilancio.
Se ne ripalerà la prossima settimana, almeno fino a nuovo colpo di scena.
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