Faraone: "Trovati i soldi contro il dissesto di Palermo". Anci e Miceli: "Il merito non è suo"
"In Senato. Per Palermo. Emendamento dei relatori numero 16.1000. Detto così non significa niente. E invece si tratta di risorse, esattamente 150 milioni, per i comuni siciliani e in grossa parte, 75 milioni per la città di Palermo. A Roma abbiamo raschiato il barile e tra i residui del 2021 abbiamo trovato le risorse per aiutare la nostra città". Così, sul suo Blog, il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone il quale ha anche mandato una frecciatina a Leoluca Orlando: "Grazie a queste risorse il comune di Palermo non finirà in dissesto quest'anno, ma se l'amministrazione non migliorerà immediatamente la sua riscossione (e non mi sembra che Orlando se ne stia minimamente occupando) già fra un mese il problema del dissesto finanziario si riproporrà in tutta la sua drammaticità. Noi abbiamo tenuto a galla Palermo, spero che anche questa volta per Orlando non valga il detto: 'dopo di me il diluvio'." Ma dopo le parole di Faraone è esplosa una polemica con l'Anci e con il deputato del Pd Carmelo Miceli che replicano duramente al senatore di Italia Viva che a loro avviso si è preso illegittimamente la paternità dell'emendamento. L'Anci, per la verità non nomina mai Faraone, anche se il riferimento è chiaro. "Apprendiamo con stupore di dichiarazioni di esponenti politici tendenti a prendersi i meriti del risultato ottenuto con la presentazione, in Commissione finanze del Senato, dell'emendamento, condiviso dal Governo, con il quale si attribuiscono 150 milioni ai comuni siciliani. Sottolineiamo che tale intervento finanziario è il risultato di una azione portata avanti dall'Anci Sicilia e dai tantissimi sindaci che si sono impegnati sin dal 25 maggio in una mobilitazione che ha visto, tra l'altro, l'approvazione di delibere di giunta, la manifestazione a Roma del 3 novembre e, da ultimo, gli incontri di delegazioni di sindaci con tutti i prefetti dell'Isola". Lo dicono Luca Cannata, Antonio Rini, Giovanni Burtone, rispettivamente vice presidente vicario, vice presidente e componente del direttivo dell'Associazione dei comuni siciliani, e Roberto Gambino, sindaco di Caltanissetta. "A ciò si aggiunga - osservano - l'incessante attività di confronto istituzionale e tecnico che ha registrato anche numerosi incontri e contatti con rappresentanti del Governo, della Presidenza del Senato, della Camera e con i presidenti delle Commissioni competenti. L'emendamento in favore dei comuni dell'Isola, che ci auguriamo possa essere approvato con il sostegno di tutte le forze politiche, rappresenta un primo importante passo al quale dovranno farne seguito altri al fine di garantire l'inevitabile copertura finanziaria per l'intero triennio 2021-2023 e per sostenere molti altri comuni che non beneficiano di questo intervento ma che faticano ogni anno per garantire un adeguato livello di servizi ai cittadini". Il deputato siciliano del Pd Carmelo Miceli rincara la dose: "Fa piacere leggere parole di apprezzamento di Italia Viva verso l'emendamento al dl fiscale, ma non è piacevole il tentativo quasi puerile di Faraone e dei suoi di intestarsi la paternità di un provvedimento del quale Italia Viva è venuta a conoscenza solo quando i relatori e primi firmatari dell'emendamento, i senatori Mauro Laus del Partito democratico e Emiliano Fenu del M5S lo hanno presentato in Commissione". Poi aggiunge: "Per onore di verità mi duole dover ricordare al senatore Faraone che, alla scoperta dell'emendamento, lo stupore del capogruppo di Italia Viva in Commissione Finanze è stato tale da chiedere chiarimenti sui contenuti e sulle ragioni dell'emendamento. Pertanto, in vista di mesi che si annunciano lunghi e complessi, a Faraone e agli esponenti di Italia Viva Palermo mi permetto di rivolgere un invito, anzi un consiglio: la campagna elettorale su Palermo si faccia con altri argomenti e, soprattutto, con un altro stile. Provare ad appropriarsi del lavoro degli altri, non ha mai prodotto risultati e non ha mai agevolato il confronto di merito".