Il Consiglio comunale di Palermo approva due delibere di variazione del Prg che riguardano progetti per la cittadella universitaria e per un campus universitario privato. Partiamo da quest'ultimo che è poi anche il più consistente perché il piano coinvolge una porzione di 14.705 metri quadrati dell'ex stazione ferroviaria Lolli acquistata dalla Lumsa, direttamente da Rfi, che nelle adiacenze già possiede la sua sede attuale che ora intende ampliare considerevolmente. Siamo nel cuore della città, fra le vie Parlatore e Dante. Si tratta di un ambizioso progetto suddiviso in quattro aree la cui prospettiva è di dare all'ateneo privato nuove strutture di didattica e ricerca. Il tutto attraverso il recupero e la riconversione di strutture e capannoni che un tempo erano a supporto delle attività ferroviarie. La documentazione allegata allo schema di delibera si concentra soprattutto su una zona, detta «Area 1», che contiene due grandi edifici affiancati che un tempo ospitavano la «sala della torneria» (di circa 550 metri quadrati) e la «sala riparazione locomotive» (420 mq); tre corpi accessori ai padiglioni, una palazzina a due piani (ospiterà gli uffici dei docenti), una lunga stecca edilizia di corpi bassi contrapposta a un piccolo magazzino a una elevazione fuori terra. Andando con ordine, i progettisti guidati dall'architetto Sergio Catalano prevedono di realizzare un auditorium/aula magna introducendo una platea a gradoni a struttura in acciaio e rivestita in legno con 250 posti; una biblioteca sempre con lo stesso impianto in rado di ospitare attività di lettura informale e presentazioni di libri o altri eventi e inoltre anche spazi di consultazione. Nella cosiddetta «Area 2» (con accesso da via Parlatore) che comprende un grande padiglione (ex riparazione veicoli) suddiviso in due navate dove troverà posto una hall polifunzionale da 350 metri quadrati, 6 aule didattiche e uffici amministrativi e servizi. Particolarmente interessante è la grande tettoia che costituisce una «addizione della stazione Lolli» profonda 28 metri e che andrà messa in sicurezza – soprattutto ai fini sismici - e servirà da piazza coperta del campus universitario. E poi nell'«Area 3» e nell'«Area 4» altri manufatti di volumetria inferiore che saranno anch'essi riconvertiti a servizio delle attività universitarie. La zona, peraltro, è ben servita dalla linea del passante ferroviario alla fermata Lolli e rappresenta un ausilio fondamentale soprattutto al fetta consistente di studenti fuorisede che frequenta i corsi. E l’università, invece, ha ottenuto il via libera per la messa in opera di un piccolo pre-fabbricato al viale delle Scienze che contiene un impianto di sollevamento delle acque reflue per avviare un progetto che utilizza tecniche di depurazione innovative. L’ateneo statale aveva partecipato a un bando dell’Unione europea per favorire il recupero di materie prime derivanti dal processo di depurazione delle acque reflue attraverso il rafforzamento di biotecnologie innovative che riducono i consumi energetici e le emissioni di gas serra. Peraltro, la messa in posa della struttura in legno lamellare ha carattere temporaneo e sarà installata alle spalle dell’edificio 8, quello che ospita il dipartimento di Ingegneria. È utile ricordare, che l’esperimento condotto dall’università contribuirà a «migliorare - si legge nella delibera passata a Sala delle Lapidi - le condizioni operative dei depuratori di tutto il territorio regionale».