Ecco cosa prevede la legge varata ieri all’Assemblea regionale siciliana sul tema del condono edilizio. Il centrodestra, aiutato in modo decisivo da due deputati ex grillini, Angela Foti e Sergio Tancredi, ha approvato una norma che permette di salvare decine di migliaia di domande del vecchio condono del 2003. Richieste che finora sono state accantonate, neppure aperte, o bocciate. Tornano quindi a sperare i siciliani che hanno costruito immobili, o parte di immobili, nelle cosiddetta zone a inedificabilità relativa.
La norma approvata, scrive Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia oggi in edicola, è tanto complessa quanto contorto è stato l’iter di approvazione. Formalmente non si tratta di un nuovo condono anche se in pratica permette di esaminare domande che, pur già presentate, non sono mai state prese in considerazione finora. Il motivo è che nel 2003, quando il governo Berlusconi varò l’ultimo condono edilizio in Italia, arrivarono in Sicilia migliaia di richieste che riguardavano immobili realizzati in aree a vincolo relativo. Dunque si apre una possibilità di salvare queste case che si trovano in zone, o vicino a zone, in cui le Sovrintendenze hanno posto vincoli paesaggistici o archeologici. Oppure in zone dove c’è un rischio idrogeologico, in particolare quelle nei pressi dei letti dei fiumi. O, altro caso molto diffuso in Sicilia, in aree definite di pregio.
Ovviamente gli immobili realizzati in aree sottoposte a vincolo assoluto (è il caso dei 150 metri dalla battigia) sono stati e restano esclusi da qualunque condono. Ma su quelli realizzati prima del 2004 dove il vincolo è relativo si aprì subito un dibattito sulla opportunità o meno di bocciare le domande.
L’assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro, spiega che le Sovrintendenze e gli altri enti di vigilanza sul territorio avranno 90 giorni per esprimere un parere sulla sanabilità dell’abuso. Cancellata invece l’ipotesi che si formi il silenzio-assenso: non ci sarà dunque un via libera generale ma servirà un parare motivato delle Sovrintendenze. Rispetto alla versione che era stata già approvata in commissione c’è invece una novità: le (poche) domande del 2003 già bocciate in questi 17 anni possono essere riesaminate su richiesta dell’interessato. Si riaprono così le partite già chiuse.
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