Il piatto amaro è servito. Con otto voti favorevoli e tre contrari (assente al momento del voto finale il consigliere Angelo Talamo), il sindaco di Alia Felice Guglielmo è stato sfiduciato, decretando la fine del percorso politico-amministrativo anche di tutto il consiglio comunale. Sotto l’albero di Natale gli aliesi trovano il regalo meno colorato e sfolgorante di tutti i tempi. A 31 mesi dalle elezioni amministrative di maggio 2017, si apre oggi un periodo buio della storia politica locale. L’assessorato regionale alle Autonomie locali nominerà nei prossimi giorni un commissario ad acta che guiderà il paese fino al primo turno utile di consultazioni amministrative. In molti sperano di saltare sul treno della prossima tornata elettorale di primavera, ma se ciò non sarà possibile allora si dovrà attendere l’autunno 2021. Emergenza pandemica permettendo. Il rischio quindi è che la sfiducia al sindaco possa non servire a portare nel breve periodo i cittadini alle urne per rieleggere i nuovi organi di governo. Non sono bastati quindici giorni di intense trattative e sei ore di infuocata seduta dell’assemblea consiliare per provare a ritrovare il bandolo della matassa e tentare di salvare il salvabile. Ma non ci sono stati margini di possibili ripensamenti. Alla base degli interventi in aula la presa d’atto, da più parti, di una squadra di maggioranza che col passare dei mesi si è sfaldata. Quattro consiglieri dell’originaria compagine “Rialziamo Alia” che aveva vinto e sostenuto la candidatura di Felice Guglielmo si sono detti “costretti ad abbandonare il progetto iniziale per il quale la gente li ha votati”. Sotto accusa l’operato del primo cittadino colpevole di “non aver cercato soluzioni per risolvere la crisi politica che si era aperta oltre un anno e mezzo fa”. Per i firmatari della sfiducia “il sindaco ha distrutto le aspettative degli elettori e merita di abbandonare il palazzo municipale perché è stato l’esempio dell’inerzia e dell’inefficiente amministrativa. E’ stato un leader che non ha saputo svolgere il suo ruolo, percorrendo testardamente la strada del non dialogo, dell’arroganza, dell’estremismo e della tirannia politica”. Parole che pesano come un macigno e che lasciano l’amaro in bocca in coloro che fino a notte tarda hanno seguito in diretta streaming i lavori d’aula (circa 240 gli utenti collegati sul sito web istituzionale) e che mai avrebbero immaginato di assistere, a tratti, ad uno spettacolo politicamente poco edificante. Invettive, accuse personali e rivelazioni di retroscene per provare a dare una spiegazione a scelte e dichiarazioni di voto le cui conseguenze da oggi coinvolgeranno inevitabilmente le sorti degli aliesi. “La mozione di sfiducia, identica a quella presentata il 19 ottobre a cui avevo già ribattuto nel merito punto per punto e che era stata respinta, è un elenco sgangherato di inesattezze, strafalcioni, ricostruzioni fantasiose di fatti e circostanze. Il tutto infarcito di illazioni gratuite, menzogne e affermazioni calunniose - ha tuonato l’ex primo cittadino Felice Guglielmo -. Ho commesso alcuni imperdonabili errori durante questa mia esperienza. Su tutti, i miei “no” a richieste illogiche e a squallide pretese di poltrone che prevedevano persino la nomina di due assessori da individuare fra i consiglieri del gruppo di minoranza. In tre anni si è consumato un vero e proprio processo di accattonaggio politico, in barba al vostro tanto decantato “bene comune”. Il fatto che l’attuale giunta comunale ha lavorato alacremente – ha concluso l’ex sindaco rivolgendosi ai firmatari della mozione - evidenzia il fallimento politico del vostro operato, fatto di inciuci e tradimenti politici”. All’orizzonte non resta altro per il piccolo centro del Palermitano che vivere mesi più o meno lunghi di commissariamento, un’esperienza che, sulla scorta di precedenti vicende similari, potrebbe rivelarsi devastante per il futuro politico, economico e finanziario della comunità.