Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Dpcm, giornata di proteste a Palermo: taxi in corteo, manifestazioni anche nel pomeriggio

Non si arresta la mobilitazione contro il nuovo Dpcm. La giornata di proteste a Palermo è iniziata con la manifestazione dei tassisti contro il ritardo dei ristori promessi dalle istituzioni regionali e nazionali. Decine di auto si sono concentrate in piazza Indipendenza, dove, a colpi di clacson si è voluto  richiamare l'attenzione di Palazzo dei Normanni e di Palazzo d'Orleans nei riguardi di una categoria duramente provata dalle norme anti Covid. Traffico in tilt tra via Re Ruggero, corso Calatafimi e corso Alberto Amedeo.  Altre manifestazioni sono attese nel pomeriggio. "Riaprite o saranno guai!" è lo striscione che aprirà la protesta indetta dal 'Comitato Italia Libera', la sigla che raggruppa, attraverso Forza Nuova, il popolo delle partite Iva, il popolo dello sport, giostrai, sale bingo, taxisti, musicisti e tutte le categorie sociali e del mondo del lavoro di Palermo e provincia. L'appuntamento è alle 16 in pizza Indipendenza. "Un messaggio forte che dà la misura del senso di insofferenza della gente?, dice in una nota Massimo Ursino, coordinatore del comitato e co-organizzatore della manifestazione. "Se questo governo ispirato da poteri anti-popolari ed anti-nazionali come l'OMS, ci trascinerà alla rovina ed alla guerra sociale - spiega Ursino - sappia che troverà il popolo italiano pronto a combattere strada per strada, piazza per piazza, città per città per il riscatto della propria dignità e per un cambio di scenario politico, oggi più che mai necessario per le sorti di questo Paese". Alle 18 un'altra manifestazione. Un corteo partirà dai Quattro Canti per arrivare fino a piazza Indipendenza. "Tu ci chiudi, tu ci paghi. La Sicilia non molla" è lo slogan che ha accompagnato i vari presidi e cortei in giro per la Sicilia ed è anche il nome di un gruppo Facebook che ieri in poche ore ha raggiunto quasi 600 iscritti, soprattutto da parte di negozianti palermitani che hanno deciso di costruire un fronte comune per ottenere subito reddito e indennità e contemporaneamente la sospensione delle tasse, degli affitti e delle bollette. "La salute prima di tutto. Siamo d'accordo, ma qui se non moriremo di Coronavirus, moriremo di fame - afferma Giovanni Siragusa, giovane palermitano che fino a qualche mese fa lavorava in un bar di famiglia che ha dovuto chiudere battenti definitivamente durante il lockdown -. Ci sta bene che si chiuda tutto, se questo serve a contenere la diffusione del virus, ma prima si approvi una manovra finanziaria che faccia arrivare i soldi immediatamente a chi non potrà più lavorare".

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