Da simbolo del tracollo con le sedie rotte, la luce e i telefoni tagliati perché nessuno pagava le bollette, cartacce (ben 1.250 Kg) e cicche di sigarette sparse sul pavimento, a emblema della rinascita: il quartier generale del Pd in Sicilia non chiude. Anzi. Dopo quasi due mesi di lavori, la sede storica di via Bentivegna, in pieno centro a Palermo, ritrova la luce a pochi giorni dalle primarie nazionali dopo un periodo cupo durante il quale tutto faceva pensare a un imminente abbandono: anzi il vecchio tesoriere, prima di dimettersi, aveva fatto sapere che si stavano cercando nuovi locali più piccoli. Un segno tangibile di un Pd moribondo. Davide Faraone, che il 15 dicembre aveva cominciato il suo mandato di segretario regionale alzando simbolicamente proprio la saracinesca di via Bentivegna, centra uno dei suoi obiettivi: il rilancio del quartiere generale. O meglio la «casa dei democratici», come la chiama Rosanna Montalto, commercialista chiamata da Faraone a farsi carico del ruolo di tesoriere e artefice del nuovo look della segreteria regionale, nonostante abbia trovato 250 mila euro di debiti che sta gestendo attraverso negoziati con i creditori. Una sede con 35 stanze, con le pareti riverniciate, i pavimenti tirati a lucido, le sedie sostituite, i computer risistemati. In due mesi Montalto ha rivoltato la sede come un calzino, ricontrattando i canoni d’affitto col proprietario (c'era un arretrato di tre mesi) e definendo piani di rientro con i creditori, compresi gli ex dipendenti del Pd con i quali ha avviato interlocuzioni; un lavoro che ha permesso di risistemare gli uffici, con nuovi contratti d’utenza (luce e telefono), arredi e l’installazione della rete wi-fi. «Siamo partiti dalle cose più banali apparentemente, come la pulizia e il cambio delle serrature nelle porte - spiega Montalto - Nessuno sapeva chi aveva le vecchie chiavi, insomma siamo partiti da zero». Tra una decina di giorni tutto sarà pronto per l'inaugurazione. «Quando ho guardato i conti mi è venuta l'angoscia, ma ci siamo buttati a capofitto per rimettere tutto in piedi per consegnare la sede alla gente - aggiunge Montalto - Perché questa sarà una sede aperta, non solo agli eletti che qui potranno pure stanziare le loro segreterie ma soprattutto ai cittadini che potranno venire in ufficio per dialogare con la nostra classe dirigente». Il dialogo il tesoriere l’ha aperto anche con gli eletti perché i contributi che devono al partito, e che qualcuno in passato non ha più versato per svariati motivi, sono fondamentali per potere gestire il Pd.