Il garante dei diritti dei detenuti, Giovanni Fiandaca e il dirigente dell’Ufficio, Pietro Valenti, si sono recati questa mattina in visita al carcere Pagliarelli-Lo Russo dopo che a distanza di pochi giorni, la scorsa settimana, due detenuti reclusi in questo istituto di pena, si sono tolti la vita. Tra i punti affrontati con la direttrice del carcere, quello più rilevante si riferisce alla contingente insufficienza dell’assistenza psichiatrica nei confronti dei detenuti affetti da patologie mentali o comunque da disturbi psichiatricamente rilevanti. “Dei sei psichiatri presenti sulla carta – dice Fiandaca - in atto al Pagliarelli sono disponibili e in servizio soltanto in due. Troppo pochi se si considerano le dimensioni del carcere Pagliarelli-Lo Russo”. L’istituto conta 1270 detenuti circa dei quali almeno 150 con patologie psichiatriche gravi, altri 250 bisognosi di assistenza psichiatrica bisettimanale, cui si aggiungono le necessità saltuarie di sostegno psicologico/psichiatrico del resto dei detenuti. “Il Pagliarelli – dice Fiandaca – è un grande carcere e la situazione è evidentemente grave. Occorre che le autorità sanitarie competenti si facciano carico al più presto di intervenire per garantire un servizio psichiatrico adeguato. L’ufficio del garante – aggiunge - si impegnerà a fornire un contributo di analisi e di proposte in vista di un auspicabile potenziamento dell’assistenza psichiatrica nelle carceri siciliane e di una più efficace prevenzione del rischio suicidario”. Già ad agosto l’Ufficio del garante aveva lanciato l’allarme sul rischio suicidi nelle carceri siciliane dopo aver scoperto un’impennata di atti di auto-lesionistici e di tentati suicidi nel mese di luglio. Da gennaio all’inizio di agosto (il dato è al 2 agosto 2018) nelle carceri siciliane ci sono stati 2 suicidi, 479 atti di autolesionismo e 54 tentati suicidi.