L’Italia continua a tessere la sua tela diplomatica in vista della delicata Conferenza sulla stabilizzazione della Libia. Lanciati gli inviti alle cancellerie per l’appuntamento del 12 e 13 novembre a Palermo - con il premier Giuseppe Conte che approfitta del vertice europeo per contattare gli alleati di persona - comincia a definirsi la lista, e soprattutto il livello, dei partecipanti.
In generale, l’intera Unione europea si è impegnata nei giorni scorsi a lavorare unita e ad appoggiare l’iniziativa italiana, ma gli occhi restano puntati sui principali attori. Un primo importante sì è arrivato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, proprio al termine del bilaterale con Conte oggi a Bruxelles, hanno riferito fonti di Palazzo Chigi.
Anche la Francia ha espresso il proprio sostegno alla Conferenza, nonostante le frizioni tra Roma e Parigi proprio sul futuro della Libia, ma non è ancora chiaro se sarà il presidente Emmanuel Macron a rappresentarla.
Né è chiaro se il presidente Usa Donald Trump arriverà in Sicilia di persona o manderà un suo inviato, seppure di alto livello, come il segretario di Stato Usa Mike Pompeo. La presenza del tycoon, che ha dato a Conte l'endorsement all’Italia come Paese guida sul dossier libico, potrebbe a sua volta fare da calamita per altri capi di Stato e di governo, a cominciare dal russo Vladimir Putin.
Entrambi saranno a Parigi l’11 novembre per le commemorazioni della fine della Prima guerra mondiale, e da lì il passo potrebbe essere breve. Sul terreno, intanto, è la vice ministra degli Esteri Emanuela Del Re che da settimane fa la spola tra Bengasi e Tripoli con l’obiettivo di portare a Palermo i veri protagonisti della Conferenza: il generale Khalifa Haftar da una parte, e il premier del governo di unità nazionale Fayez al Sarraj. In una telefonata con Conte, il capo del debole esecutivo libico sostenuto dall’Onu ha fatto il primo passo annunciando la sua partecipazione «nella speranza di ottenere risultati positivi che contribuiscano a risolvere la crisi politica libica».
Un sì che però non può non rimanere condizionato fino all’ultimo alla presenza del suo rivale, l’uomo forte della Cirenaica, sostenuto da Putin e dall’Egitto di Abdel Fattah al Sisi. In visita a Mosca, anche il vice premier Matteo Salvini ha sollecitato «tutti i Paesi coinvolti nella situazione libica a dimostrare abbastanza saggezza e lungimiranza per rinunciare ai giochi dietro alle quinte e mettersi al tavolo dei negoziati con l’intenzione di attuare una vera cooperazione e collaborazione».
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