E' guerra tra il Palermo e la Regione per il tram, con l'opposizione a palazzo delle Aquile che attacca, sostenendo che visti i conti dell'Amat, sarebbe a rischio l'intera opera per il trasporto pubblico. Intanto, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando ha disposto la costituzione di un gruppo di lavoro, di cui fanno parte gli assessori Sergio Marino e Antonio Gentile nonché i dirigenti dei settori interessati (Maneri, Basile, Mandalà) oltre all’Avvocatura comunale e la dirigenza dell’azienda, per l’avvio di una azione legale nei confronti della Regione su due versanti. Il primo è quello del mancato saldo delle somme dovute e già riconosciute e quello relativo ai tagli al contributo regionale apportati in corso di esercizio, cioè quelle riduzioni del contributo decise in maniera unilaterale della Regione al termine degli anni finanziari quando però i servizi erano già stati svolti. Si tratta complessivamente di circa 60 milioni di euro di crediti ed una riduzione del 25% del contributo. Il secondo è quello del mancato riconoscimento del tram come mezzo di trasporto pubblico. La Sicilia è infatti l’unica regione che non corrisponde un contributo per l’esercizio dei tram nelle città che ne sono dotate. «Siamo perfettamente coscienti delle criticità vissute dall’azienda - afferma Orlando - di fronte ad una politica di tagli portata avanti dalla Regione in modo indiscriminato e privo di qualsiasi logica che non fosse quella del fare cassa sulla pelle dei cittadini e delle amministrazioni comunali. Il trasporto pubblico rappresenta un servizio essenziale sul quale l'investimento pubblico non può mancare. Confidiamo nel fatto che da parte di tutti vi sia un ritorno al buon senso, auspicando che su questo si possa al più presto avviare un confronto istituzionale». «Il sindaco di Palermo ha gettato la maschera, costringendo a una crisi senza via d’uscita l’Amat e certificando il fallimento del tram cittadino. Di questo scellerato e diabolico piano di Leoluca Orlando sono all’oscuro il Consiglio comunale e la Giunta municipale». Lo affermano il capogruppo del M5s a sala delle Lapidi Ugo Forello e Concetta Amella, componente della commissione sulle partecipate. “Una direttiva "imperativa e vincolante" del 18 giugno non riconosce i crediti alle partecipate. Lo sosteniamo da mesi, ma i numeri di oggi sono deflagranti. Si tratta di circa 29 milioni decretati in direttiva per Amat (a cui si aggiunge la perdita di 6,5 già in consuntivo 2017)”. Così Fabrizio Ferrandelli, leader dell’opposizione a Palazzo delle Aquile, commenta la direttiva con cui il sindaco intima alle aziende di stralciare i crediti vantati. “Con questa direttiva l’amministrazione decreta, con uno strumento di dubbia efficacia, il fallimento di Amat e la compromissione di Rap. I numeri stanno saltando fuori – dichiara Ferrandelli - viene fuori la deriva gestionale. Può una direttiva in maniera unilaterale imporre ad aziende lo stralcio di crediti senza contraddittorio, accordo e votazioni di cda? Crediti, che da socio unico, il sindaco aveva già certificato e inseriti quindi nei bilanci delle partecipate. Come può, adesso, intimare alle aziende di non procedere e di aprire un contenzioso con il comune? Questa è l’ennesima prova di un fallimento già annunciato in campagna elettorale. Il tempo ci ha dato ragione, ma non ne siamo felici. Non possiamo condannare a morte le aziende e rischiare il default – aggiunge il leader dell’opposizione – Ora è arrivato il momento di dire basta e alzare le barricate. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Altro che Tram! Blocchiamo subito la realizzazione delle nuove linee e cerchiamo di salvare l’esistente. Non ci saranno più sconti – conclude - noi lotteremo con tutte le forze per salvare le aziende e i dipendenti”.