«Questa amministrazione dimostra ancora una volta di non operare alla luce del sole. Per questo motivo ho presentato un’interrogazione e fugare ogni dubbio». Così Fabrizio Ferrandelli, leader dell’opposizione, torna sulla questione hotspot a Palermo.
Nell’interrogazione si chiedono "le motivazioni per le quali è stato dichiarato dal capo del dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno durante la seduta del 16 marzo 2017 che a Palermo sarebbero stati realizzati dei lavori su un’area acquisita dall’agenzia dei Beni confiscati - si legge nel testo - per la quale il Comune (e pertanto il Sindaco) avrebbe concesso piena disponibilità per avere 150 posti».
«Se questo dovesse rispondere al vero - precisa Ferrandelli - andrebbe in completa contrapposizione con quanto dichiarato dal Sindaco durante la scorsa seduta di Consiglio. Mi chiedo inoltre quale sia pertanto l’effettiva posizione di questa amministrazione su tale progetto, considerato che la creazione di un hotspot riguarda anche la tutela dei diritti umani e la realizzazione di un’opera che nessuno vuole».
Il tema è stato affrontato in conferenza dei capigruppo, alla presenza dell’assessore all’Ambiente e Territorio della Regione siciliana, Toto Cordaro. «Non posso che esprimere soddisfazione - dichiara Cesare Mattaliano, capogruppo de I Coraggiosi al Comune - per la piega che ha preso l’incontro e per il sostegno dell’assessore nei confronti delle nostre posizioni».
Cordaro ieri ha detto di aver già "avviato le procedure per la convocazione del Consiglio Regionale dell’Urbanistica che potrà prendere in esame il progetto non appena il Comune di Palermo avrà fatto pervenire in assessorato la delibera del Consiglio con tutti gli allegati progettuali”.
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