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Anello ferroviario a Palermo, scontro fra Orlando e Rfi

Leoluca Orlando

PALERMO. L'anello della discordia. È polemica tra il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e Rfi sullo stato dei lavori per la realizzazione dell'anello ferroviario in città.

Orlando ha chiesto, con una nota, al presidente della Regione e all’assessore regionale alle infrastrutture di fare chiarezza sulla spesa comunitaria con cui si è finanziata l'opera. “Questi controlli - scrive il sindaco -, già necessari alla luce delle risultanze dell’ispezione operata dall’ANAC nel 2015, sono oggi ancor più necessari per il mancato riscontro dato da RFI a ben quattro richieste di rescissione in danno del contratto d’appalto, come il Comune chiede ormai da anni di fronte alle gravi criticità da tutti conosciute".

Inoltre, chiama in causa direttamente a Rfi, a cui chiede di "chiarire in modo chiaro e puntuale sia i gravi errori progettuali segnalati dall’Anac, nonché i ritardi inaccettabili nel porvi rimedio e nell’esecuzione complessiva dei lavori.”

“Non dobbiamo ricordare a nessuno – conclude Orlando – che nel 2012 ci siamo ritrovati di fronte ad un contratto, approvato dall’amministrazione Cammarata, che di fatto tagliava fuori il Comune da qualsiasi possibilità di intervento e controllo e che oggi continua ad arrecare danni e disagi gravissimi a tutta la città".

Arriva presto la risposta di Rfi che a Orlando assicura la sua "piena disponibilità ad illustrare all’amministrazione comunale lo stato di avanzamento dell’opera e il dettaglio dei problemi riscontrati finora", scrive in una nota la società.

"Pur avendo sempre spinto per la soluzione delle criticità nate nel corso dell’appalto, Rfi non può attuare quanto richiesto dal sindaco - precisa la nota - in quanto non esistevano in passato e non esistono tuttora le condizioni per procedere alla rescissione del contratto con Tecnis. L’impresa inoltre è in gestione commissariale e il commissario ha sempre garantito la prosecuzione dei lavori e il completamento della fase di risanamento, che prevede la vendita della società entro la seconda metà del 2018".
Inoltre "per quanto riguarda i presunti errori progettuali, Italferr precisa di aver risposto all’Anac sulla questione nel dicembre 2015".

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