PALERMO. C’è una registrazione del luglio 2016, captata di nascosto. È un lungo racconto, di oltre mezz’ora, che ricostruisce «dal di dentro» come si svolgevano le attività nell’associazione antiraket Addiopizzo con qualcuno che ci speculava.
Una narrazione poco lusinghiera che, alla fine, ha come obiettivo di screditare la figura del candidato a sindaco del Movimento 5 Stelle, Ugo Forello. Un quadro che, ovviamente, i diretti interessati si affrettano a contestare. Ma la diffusione «calibrata» del video inviato ad alcuni cronisti e «postato» sui social (poi rimosso), in questi giorni in cui la campagna elettorale sta incendiando la città, appare appunto come il tentativo di azzoppare Forello, che di Addiopizzo è stato uno dei fondatori.
Veleni, insomma, che rischiano di montare come una rancida panna. Prima le accuse del Cantiere popolare sul fatto che la famiglia di Forello fosse coinvolta negli affari del gioco d’azzardo e delle attribuzioni delle amministrazioni dei beni confiscati. Il giovane avvocato ha smentito la ricostruzione: in realtà si tratta di uno zio che svolge quelle attività. Ora, però, un nuovo attacco.
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