PALERMO. Cinque minuti di tempo ciascuno per raccontare il proprio programma per Palermo e poi domande libere dal pubblico alle quali rispondere. Si è svolto così il secondo confronto aperto al pubblico tra i candidati sindaci organizzato nel quartiere Sperone dalla parrocchia San Sergio I Papa e dall'associazione di volontario 'Elia il Profeta' che dal 2012 opera nella parrocchia. Al confronto, moderato dal giornalista Dario Matranga, hanno partecipato il sindaco uscente Leoluca Orlando, il leader dei Coraggiosi Fabrizio Ferrandelli, sostenuto dal centrodestra, Ugo Forello del M5S, Nadia Spallitta (Verdi) e Ciro Lo Monte (Siciliani Liberi). Assenti, invece, Ismaele La Vardera, impegnato nella presentazione della lista 'Centro Destra per Palermo' e sostenuto da Noi con Salvini e FdI, e Francesco Messina. Al centro del dibattito durante il quale i candidati si "sfideranno", proponendo la propria "ricetta" per la città, c'è anche il tema delle periferie. "Questa non è una kermesse per un partito né per un singolo candidato ma un incontro pensato per avvicinare la nostra gente alla cosa pubblica e far prendere consapevolezza di essere parte integrante della città pur vivendo in periferia" ha detto il sacerdote della parrocchia Pietro Leta introducendo i lavori. "Chiediamo più Stato in questo territorio, il recupero di alcune proprietà del Comune che sono state abbandonate - ha aggiunto - Vogliamo che le ansie, le difficoltà, i problemi del quartiere siano portati all'attenzione dei candidati". Poco prima che cominciassero gli interventi dal palco dei candidati, con un fuori programma, una commerciante di via Sicilia, dove sono in corso cantieri per opere pubbliche, ha interrotto Nadia Spallitta, lanciando un "appello" ai candidati. "Insieme a mio marito - ha detto la donna - abbiamo un panificio in via Sicilia (dove sono in corso cantieri per opere pubbliche ndr) non c'è più un passaggio pedonale e hanno chiuso i negozi, una macelleria e la banca". "Venite a vedere come è la situazione lì, venite lì a fare un comizio" ha concluso. Le periferie spesso dimenticate, i servizi che mancano così come il lavoro, che a Palermo spesso è una chimera. Soprattutto quello stabile e sicuro. E poi l'acqua che in alcune zone arriva a giorni alterni, la mobilità urbana, il tram e il voto libero. Sono questi alcuni dei temi affrontati dai candidati sindaco di Palermo. Orlando, Ferrandelli, Forello, Spallitta e Lomonte per due ore hanno uno dopo l'altro hanno in "pillole" raccontato la propria idea di città. A dare il via al confronto è stato il parroco della chiesa San Sergio I Pietro Leta, mentre a parlare per prima Nadia Spallitta. "Alle periferie mancano i servizi, le scuole, gli asili nido - ha detto la candidata sindaco dei Verdi -Sfruttiamo le tante risorse europee che ci sono già". Fabrizio Ferrandelli, leader dei Coraggiosi e candidato del centrodestra, invece ha individuato "nello sviluppo economico e nell'eguaglianza sociale la chiave di volta per il rilancio della città", e annunciato la creazione di "otto agenzie di coesione territoriale nelle circoscrizioni per progettare insieme interventi nel territorio". Il candidato dei Cinquestelle Ugo Forello ha ribadito la necessità di "ricostruire quel senso di comunità perduto" e l'esigenza di dotare i quartieri di servizi essenziali che mancano nelle periferie". Per farlo è convinto che bisogna puntare "sul decentramento potenziando il ruolo delle circoscrizioni". "L'obiettivo - ha detto il candidato dei 5Stelle - è trasformare le periferie in nuovi centri". "Non vi fate prendere in giro da false promesse - dice - Sono 30 anni che ci sono e determinati metodi stanno tornando in essere. Il voto non è condizionabile e io vi chiedo di votare in modo libero". Rincara la dose pure l'uscente Leoluca Orlando che si scaglia contro "le finte cooperative che vanno in giro per controllare il voto. Quando vi promettono un posto di lavoro - dice - non ci credete, quando vi dicono che il voto è controllato, ribellatevi e denunciate". Poi enuncia i risultati raggiunti in questi cinque anni e il ruolo dell'amministrazione, che è stata anche fianco dei lavoratori di Almaviva che rischiavano il licenziamento, spendendosi per evitarlo. Per il candidato autonomista Lomonte, "non si possono più tollerare periferie senza dignità: servono servizi ma anche case belle".