Alleanze e accordi politici insoliti, la lotta dei simboli agita le acque delle Comunali a Palermo
PALERMO. Che le alleanze e gli accordi fra gli schieramenti politici in vista delle elezioni amministrative di Palermo siano il segno di una crisi dei partiti, tanto a destra quanto a sinistra, appare ormai abbastanza chiaro. Da un lato, il Pd, che ha deciso di rinunciare al simbolo, e a un suo candidato, per sostenere alla poltrona di sindaco l'uscente Leoluca Orlando. Dall'altro, Forza Italia che aveva annunciato il sostegno a Fabrizio Ferrandelli, salvo la retromarcia fatta ieri da Gianfranco Miccichè, che sulla presentazione del simbolo pare non voler cedere. Alleanza che però oggi sembra essersi ricomposta. Insomma, la corsa a Palazzo delle Aquile appare alquanto insolita: si mettono in discussione vecchie alleanze, tradizionali simboli e, soprattutto, i partiti che prima la facevano da padrona, dal Pd a Fi, adesso sembrano perdere terreno, rinunciando a piazzare propri candidati e cercando invece il sostegno di personalità politiche altre, probabilmente più popolari e "competitive". Arrivano così i primi malumori da Roma. Critiche arrivano dai senatori del Pd vicini all'area di Andrea Orlando, candidato alla segreteria nazionale del partito concorrendo con Emiliano e Renzi. "Quello che sta succedendo a Palermo è grave e conferma tutte le nostre preoccupazioni sulla condizione del partito. Continuiamo a evidenziare, poi, come la scarsa partecipazione al congresso sia sintomatica di un allontanamento del nostro popolo, estraneo ad un confronto sempre più simile ad una conta per la leadership che ad una discussione su idee e programmi per il Paese", scrivono in una nota congiunta Camilla Fabbri, Valeria Cardinali, Rosaria Capacchione, Salvatore Tomaselli, Stefano Vaccari e Daniele Borioli. "Andrea Orlando - prosegue la nota - si è candidato alla segreteria proprio per rispondere all'esigenza di dare al nostro partito un'identità ed un profilo nitidi e riconoscibili, oltre che una struttura forte e partecipata. Quello che avviene a Palermo, con la decisione di non presentare nemmeno il nostro simbolo, testimonia una deriva pericolosa, per cui ci si preoccupa più della gestione del potere che del profilo che dovrebbe avere un partito come il Pd, cardine di un centrosinistra allargato. Non è inventandosi alleanze trasversali con forze estranee al centrosinistra che si risponde alla crisi di partecipazione e alle difficoltà che da tempo vive la nostra comunità". Anche in casa Forza Italia non sono mancati i malumori per un "tira e molla" di alleanze, prima avanzate, poi messe in discussione e infine (forse) di nuovo appianate. Nel centrodestra a far vacillare il sostegno a Fabrizio Ferrandelli, ex del Pd, è stato il commissario regionale di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, che si è detto contrario a rinunciare al simbolo del partito tanto da far pensare a una marcia indietro all'accordo con Ferrandelli, ipotesi in parte smentita dallo stesso. "Una mia considerazione sulla difficoltà di intesa relativa al come e con quale simbolo rappresentare Forza Italia nella prossima competizione elettorale palermitana, è stata male interpretata dalla maggior parte dei media locali - dichiara Miccichè -. La dialettica a volte accesa, non ci impedisce di vedere l'opportunità che abbiamo di dare un nuovo sindaco alla nostra città. Vedevamo e vediamo in Ferrandelli il candidato più competitivo. Con lui è possibile coniugare diverse esperienze per il bene comune e dare un governo a questa città. Ferrandelli non è il candidato di Forza Italia, è il candidato che anche Forza Italia intende sostenere, rispettando ogni sensibilità proveniente da storie diverse". Pace fatta. "Ma lo vogliamo sostenere senza camuffarci, non abbiamo alcuna voglia di ingannare i palermitani ammucciando la nostra bandiera come altri sono stati costretti a fare in altre coalizioni". "Quella di giugno è una elezione amministrativa e non politica - prosegue il commissario azzurro -. Per questo vogliamo dare una connotazione territoriale al nostro simbolo. Forza Italia Palermo è il modo con il quale vogliamo vincere questa importante competizione a fianco ed a sostegno di Fabrizio Ferrandelli". Non è mancata la risposta del candidato a sindaco, che appare meno intransigente sulla questione simbolo-identità: "Apprezzo le parole di chiarezza di Gianfranco Miccichè - risponde Ferrandelli -. Ho sempre ritenuto di lasciare alla sensibilità dei miei alleati il modo con il quale presentarsi agli elettori, non ho posto veti poiché non sono ipocrita. I palermitani sanno come nasce la mia candidatura e da chi nel tempo è stata sostenuta. Oggi ho ancora di più la consapevolezza che il progetto di governo della città non può che essere accolto da una base elettorale larga e multidentitaria. L'identità di ciascuno non toglie identità ad altri e invece rafforza il progetto e ne determina il successo". Esulta su twitter Saverio Romano, leader di Cantiere popolare e capogruppo di Ala alla Camera dei Deputati: "Tutti insieme per Ferrandelli. Ciò che ci unisce è infinitamente più grande di ciò che non ci divide. Un plauso a Fabrizio e Gianfranco". Ironico il commento del segretario provinciale del Pd, Carmelo Miceli: "Oggi termina l'avventura civica di Fabrizio Ferrandelli e inizia quella di candidato ufficiale del centrodestra. È il trasformismo bellezza!".