PALERMO. L’intero centrosinistra potrebbe convergere su Leoluca Orlando e sostenere la ricandidatura del sindaco uscente a Palermo. È l’esito di un vertice di maggioranza tenutosi a fine mattinata a Palermo nella sede regionale del Pd. Attorno al tavolo si sono ritrovati, convocati dal segretario dei Dem Fausto Raciti, Rosario Crocetta, Dore Misuraca (Ncd), Salvatore Lo Giudice (Pdr-Sicilia Futura), Nuccio Cusumano (Sicilia Democratica) e Gianpiero D'Alia (Centristi per la Sicilia). In pratica, la stessa coalizione che sostiene Crocetta alla Regione sta provando a organizzarsi per sostenere Orlando. «Nei prossimi giorni si vedrà» sintetizza Misuraca. Ma dietro questa posizione attendista si cela solo il dubbio sulle prossime evoluzioni della trattativa che lo stesso Orlando e il Pd stanno portando avanti. Dopo il via libera romano, arrivato nei giorni scorsi, il sindaco e il Pd dovranno sciogliere a Palermo i dubbi su programma, eventuale futura giunta e soprattutto liste e simboli da presentare. In pratica, l’attesa riguarda soprattutto le condizioni che Orlando tenterà di dettare e/o strappare per chiudere l’accordo. Ncd sarebbe contraria a rinunciare ai simboli. Mentre è ormai orientata a replicare a Palermo la coalizione che da Roma alla Regione è saldamente al governo. Il tema del simbolo è uno di quelli che sta spaccando il Pd. L’area che fa capo a Davide Faraone, rappresentata stamani al vertice da Giuseppe Bruno, non ne farebbe una questione cruciale. Il Pd, da questo punto di vista, accetterebbe di offrire a Orlando un sostegno attraverso una o più liste civiche. E lo stesso farebbero o dovrebbero fare i partiti alleati del centrosinistra. È una posizione tuttavia non gradita dall’area che fa capo ad Antonello Cracolici, che continua a ritenere irrinuncianbile la presentazione del simbolo del Pd. Il dibattito è arrivato perfino a scuotere i vertici nazionali. Al punto che Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico, è intervenuto duramente contro i compagni di partito palermitani che si dicono favorevoli a presentare solo una lista civica: «Secondo me hanno ragione gli amici e i compagni che chiedono di non rinunciare al simbolo del PD alle prossime elezioni di primavera per il Comune. Senza il nostro simbolo in una delle più importanti città italiane questo progetto, che considero fondamentale per il Paese, subirebbe un colpo significativo. Il simbolo è ciò che tiene insieme e unisce una comunità. Rinunciarvi – prosegue Rossi – sarebbe a mio parere un gesto suicida e per tanti compagni e amici anche fuori dalla Sicilia un'ulteriore umiliazione, che rischia di portare acqua solo al mulino dell'antipolitica e della retorica anti partito come origine di tutti i mali. Non condivido – conclude Rossi – coloro che nel PD con troppa facilità sostengono che l'importante è vincere e che i simboli vengono dopo». Lo scontro sul simbolo potrebbe essere influenzato da quanto la Consulta deciderà domani sulla lege elettorale. Se il responso sull’Italicum favorirà un ricorso alle urne in primavera o in estate, è probabile che anche le Amministrative si terranno nello stesso giorno. A quel punto - ragionano nel Pd - sarebbe anche interesse di Orlando avere una coalzione con i simboli ben rappresentati. Se invece per le Amministrative si voterà in primavera e per le Politiche solo successivamente il sindaco avrà gioco facile nell’imporre una coalizione dove sia il suo nome a fare da traino e non i simboli dei partiti.