PALERMO. «La politica spesso è fatta di contraddizioni. Ma immaginare di chiudere un accordo di centrosinistra nella quinta città d'Italia, capoluogo di Sicilia, senza simbolo mi pare troppo. Certo, del simbolo dispongono i dirigenti nazionali, non il provinciale. Ma della mia identità e dignità politica dispongo io. Io che #sonodelPDemenevanto», lo scrive su fb il segretario provinciale del Pd Carmelo Miceli, riferendosi alle comunali di primavera e ai nodi da sciogliere in casa dem per l'appoggio al sindaco uscente Leoluca Orlando che il 29 gennaio ufficializzerà la sua corsa a sindaco per la quinta volta a Palermo. "Il Pd a Palermo, come nelle grandi città chiamate al voto nella prossima primavera, dovrà presentarsi con il proprio simbolo ed è un fatto grave che a propendere per soluzioni diverse siano illustri dirigenti nazionali nonché membri del governo", affermano in una nota gli esponenti del Pd Antonio Ferrante e Carmelo Greco, componenti della segreteria regionale, Silvia Licata, segretaria Pd di Agrigento e Maria Concetta Serse, componente della direzione regionale. "E' tempo - aggiungono - che la base del Pd difenda il proprio impegno e la propria dignità verso coloro che, dopo averci condotto a sconfitte umilianti, hanno anche il coraggio di svendere il nostro simbolo in cambio di qualche poltrona". "Confermiamo la fiducia - concludono - nella commissione che sta costruendo il percorso verso le amministrative palermitane e che, siamo certi, saprà difendere il senso di appartenenza di tante donne e uomini che continuano a credere in noi e nel simbolo che racchiude i nostri valori, ma è tempo di aprire una seria discussione sul nostro stare insieme a partire da nuove regole che aprano il Pd ai circoli e ai tesserati e lo chiudano a chi vuole ridurre ad ascensore per raggiungere le poltrone di potere romane e siciliane".