Firme false del M5S, La Rocca: "Mi autosospendo dal partito". Nell'inchiesta 8 gli indagati
PALERMO. «Sì, sto pensando di autosospendermi dal movimento. È il periodo più brutto della mia vita, parlerò solo fra qualche giorno»: Claudia La Rocca è la deputata regionale del M5S che per prima ha deciso di parlare con i magistrati confessando di essere fra quanti hanno falsificato le firme nella lista per le Comunali di Palermo del 2012. E, dopo quello giudiziario, ora è pronta ad aprire anche il fronte politico interno ai 5 Stelle, quello che può portare alle sanzioni a vari big del partito. Claudia La Rocca è rimasta in silenzio da quando ha confessato davanti ai magistrati. Ma con i fedelissimi c' è stata più di una riunione. Martedì sera a casa di un attivista Claudia La Rocca ha raccontato tutto ciò che è successo nelle ultime settimane, comprese le liti all' interno del gruppo all' Ars. Lì lavora Samantha Busalacchi: è l' attivista più vicina all' area che fa capo a Riccardo Nuti, deputato nazionale e all' epoca candidato sindaco. Ai magistrati Claudia La Rocca - vicina al deputato Gianpiero Trizzino e all' aspirante candidato sindaco Adriano Varrica - ha detto che la Busalacchi (a sua volta candidata alle comunarie in quota Nuti) era con lei quando sono state falsificate le firme nel tentativo di correggere un errore materiale sul foglio originale. Avrebbe detto anche che Nuti era informato. Ma la Busalacchi, come gli altri componenti del cerchio magico intorno a Nuti (Claudia Mannino e Loredana Lupo in primis) starebbe continuando a portare avanti la tesi «siamo vittime di un complotto». La Rocca e Busalacchi all'Ars lavorano a un metro distanza: «Lei è nel tavolo accanto al mio» ha raccontato martedì sera. E qualche giorno fa la La Rocca si è rivolta alla Busalacchi alla presenza di altri parlamentari invitandola a vuotare il sacco: le ha rivelato di essere stata in Procura, le ha detto che non avrebbe più potuto guardare in faccia i compagni del gruppo se non si fosse tolta questo peso e l' ha invitata a fare altrettanto e «a regolarsi di conseguenza». Ma la Busalacchi non ha ceduto: «Non mi ha neanche risposto» ha rivelato la La Rocca martedì sera. Da allora Claudia La Rocca non è più andata al gruppo parlamentare, dove la tensione è altissima. La mossa della deputata regionale potrebbe dare il via ai provvedimenti disciplinari che una parte dei siciliani invoca da parte di Grillo e Casaleggio nei confronti del gruppo Nuti: a Palermo si dà per scontato che da Roma arrivi almeno la sospensione per chi riceverà avvisi di garanzia al termine della fase di indagine. Sarebbe un colpo durissimo politicamente perchè impedirebbe a big grillini di fare qualsiasi cosa sotto le insegne dei 5 Stelle proprio nell' anno in cui si celebreranno le Comunali e le Regionali. Non a caso ieri è filtrato che Grillo, una decina di giorni fa, era stato informato della presunta falsificazione delle firme a Palermo, prima che i tre at tivisti, tra cui la deputata regionale Claudia La Rocca, collaborassero con la Procura. Ma dal partito fanno sapere che non ci fu contatto fra i due. Ed è proprio questa attesa di provvedimenti dei magistrati e di Grillo a tenere bloccata la lista per le Comunali non ancora composta malgrado mesi di raccolta di curricula e autocandidature. Se ne è parlato anche alla riunione di martedì sera. Il problema è che nessuno oggi può escludere che fra i 112 curricula arrivati per partecipare alle primarie ci siano quelli di persone che poi finiranno indagati o sotto processo. Sarebbe una mossa (meglio, un autogol) inconcepibile per il Movimento 5 Stelle. Allo stesso modo in ambienti grillini circola l'indiscrezione che dopo la scandalo firme false fra i 112 aspiranti sindaco o consigliere comunale ci siano state anche delle rinunce. Tutto ciò viaggia per ora sotto traccia. Anche perchè sono stati di fatto chiusi i tradizionali spazi di confronto grillino finora amministrati da Marco Giulivi (vicino a Nuti e fidanzato della deputata nazionale Chiara Di Benedetto). È una sorta di «commissariamento» delle piazze virtuali quello che Roma ha imposto al sito ufficiale www.palermo5stelle.it: quando vi si clicca si viene automaticamente dirottati sul sito di Grillo, dove c' è uno spazio dedicato a Palermo. Allo stesso modo i profili Facebook e Twitter del movimento palermitano sarebbero gestiti da giorni a Roma (e non sono aggiornati) da Ilaria Loquenzi, coordinatrice della comunicazione nazionale dei grillini. Tanto basta al Pd per tornare all'attacco: «Il Movimento 5 Stelle ha mentito e la responsabilità politica di quanto sta accadendo è collettiva. A nulla valgono i richiami alla responsabilità singola e all' intransigenza con chi ha sbagliato» ha detto Carmelo Miceli, segretario provinciale del Pd. L'INCHIESTA. Intanto sono otto gli indagati nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Palermo sulle firme false a sostegno della presentazione della lista Cinquestelle alle comunali del 2012. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE