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Caccamo, in quattro anni triplicato il numero di turisti. Il sindaco racconta come

L’antico borgo in provincia di Palermo ha origini incerte: si presume che il primo impianto urbanistico sia stato realizzato dai Cartaginesi

Il sindaco di Caccamo, Andrea Galbo

CACCAMO. Le principali risorse economiche sono state da sempre l’agricoltura e la zootecnia. Adesso il Comune di Caccamo punta sul turismo. L’antico borgo in provincia di Palermo, le cui origini sono incerte (si presume che il primo impianto urbanistico sia stato realizzato dai Cartaginesi), ha iniziato a raccontare una storia diversa e non solo incentrata sui prodotti della terra e degli allevamenti bovini.

Negli ultimi quattro anni, infatti, nell’antico centro che conserva uno dei castelli medievali più belli d’Italia, il numero di visitatori è triplicato. Se nel 2011 si registravano 10 mila presenze, nell’ultimo anno si è passati a 30 mila. Lo racconta con soddisfazione il sindaco della città Andrea Galbo, intervenuto ieri a «Ditelo a Rgs». Un ospite che non è nuovo ai microfoni della trasmissione radiotelevisiva.

Alcuni mesi fa il primo cittadino aveva parlato, per la rubrica «Le buone notizie dal sindaco», del risanamento dei conti nelle casse comunali e del futuro impegno per incrementare il turismo. Impegno segnato nell’agenda virtuale del Giornale di Sicilia (twitter #sindaciebuonenotizie) e verificato. «Tra le azioni che abbiamo messo in campo - racconta Galbo - anche la riapertura della Chiesa di San Benedetto alla Badia.

Una chiesa bellissima, risalente al Seicento e in stile barocco-rinascimentale. Un vero gioiellino. Si tratta di una chiesa con un pavimento con maioliche che abbiamo ristrutturato e riaperto al pubblico con un regolamento comunale fatto ad hoc». Ma non solo. Interventi realizzati anche per migliorare le visite al castello medioevale.

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