PALERMO. Dodici righe per dirsi (quasi) addio. L’amministrazione comunale «chiude» definitivamente al progetto per il nuovo stadio elaborato dallo staff del patron del Palermo, Maurizio Zamparini, che avrebbe dovuto nascere al posto del Velodromo. Il vicesindaco e assessore alle Infrastrutture, Emilio Arcuri, ha usato dodici righe per notificare alla società che quel tipo di intervento è definitivamente tramontato, persino come ipotesi, specialmente dopo l’approvazione dello schema di massima del Piano regolatore generale. Dodici righe per un no, insomma. Dodici righe senza equivoci per dire che business is business, gli affari sono affari, ma le politiche di questa amministrazione non prevedono «consumo di nuovo suolo». Per cui, bye bye, amici come prima. Sempre disposti a ridiscutere l’idea di un nuovo stadio, ma del progetto presentato qualche anno fa non bisogna più parlarne perché avrebbe un impatto sul territorio che l’attuale guida politico-amministrativo non è disposta a far pagare alla città, sia pure a fronte di un cospicuo investimento e della positiva ricaduta economica sulla città. La lettera del vicesindaco porta la data di quattro giorni fa. È inviata ad Angelo Baiguera, consigliere delegato del Palermo calcio, uomo che segue da vicino tutte le vicende più delicate che riguardano la società rosanero. Arcuri gli spiega che «risulta condivisibile l’ipotesi di realizzazione di un nuovo stadio di calcio adeguato per attrezzature ed ospitalità ai più recenti standard» ma...c’è un ma grande quanto una casa. DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 13 OTTOBRE