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Consiglieri-dipendenti, rimborsi meno facili al Comune di Palermo

Gli stipendi dei dipendenti di aziende private non saranno più del tutto a carico di Sala delle Lapidi: per averli interi dovranno andare a lavorare

PALERMO. Col 2015 finisce il tempo delle vacche grasse sui rimborsi ai consiglieri comunali. In particolare per quanto riguarda gli oneri riconosciuti ai datori di lavoro privati dei componenti di Sala delle Lapidi. I giorni di assenza, dunque, non saranno più rimborsati per intero dal Comune alle aziende.

Queste ultime infatti riceveranno solo una parte di questo «onere». Ciò significa che il consigliere, se vorrà percepire l’intero stipendio, dovrà andare a lavorare per colmare la differenza retributiva. Il Comune nel 2014 ha speso 607 mila euro per rimborsare in tutto 14 consiglieri su 50. Gli altri componenti dell’assemblea di Sala delle Lapidi, infatti, non hanno rapporti di lavoro con privati e non hanno diritto ai rimborsi. Sui quali una legge regionale ha messo un tetto, consentendo all’amministrazione comunale, dal prossimo 16 settembre, di non erogare ai singoli consiglieri dipendenti privati più di un terzo dell’indennità del sindaco.

Se si considera che lo stipendio lordo annuo di Orlando è di 121 mila e 198 euro, significa che l’onere riconosciuto ai datori di lavoro non dovrà superare i 40 mila e 399 euro. E dall’ultimo elenco di rimborsi risulta che ben 9 consiglieri su 14 percepivano fino al 2014 più del nuovo tetto. In testa alla classifica nel 2014 si è piazzato Salvatore Finazzo, dipendente della Sicurtransport. Al componente di Sicilia democratica sono andati 77 mila e 757 euro. Poco distante, con un rimborso di 76 mila e 481 euro, c’è Rita Vinci, che lavora per la El Deseo (Organizzazione di convegni e fiere). L’onere di Mimmo Russo, invece, corrisponde a 68 mila e 580 euro. Russo lavora per l’Ampi, l’Associazione mediterranea piccole imprese.

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