PALERMO. C’è un mite ed elegante signore al Comune che è undici volte dirigente, otto volte datore di lavoro, componente di una miriade di comitati, commissioni e nuclei di valutazione, responsabile unico del procedimento di tre importanti appalti. Si sbatte da un ufficio all’altro. Ha collezionato almeno una decina di avvisi di garanzia senza sapere perché. Non può nemmeno stare più di una giornata sulla stessa scrivania che è chiamato a un vertice, a un incontro, a fronteggiare un’emergenza. Insomma, un martire.
Si chiama Nicola Di Bartolomeo, di suo è dirigente tecnico dell’area tecnica della Riqualificazione urbana e delle infrastrutture. E dal dicembre del 2013 sommerso da incarichi, rogne e responsabililtà eccessive persino per Superman. Questo perché dalle parti di Palazzo delle Aquile lui è merce rarissima: è l’unico dirigente tecnico rimasto in circolazione dopo l’annullamento di un vecchio concorso che ha decapitato l’intera squadra. In circolazione ci sono solo dirigenti amministrativi e contabili. Risultato: tutto grava sulle spalle di Di Bartolomeo come responsabilità finale perché mette la firma praticamente su una montagna di carte, determine, delibere e progetti.
Una situazione insostenibile soprattutto per la funzionalità degli uffici. Il sindaco ha infatti avviato una selezione per la nomina annuale di quattordici dirigenti di area tecnica e contabile, i curricula sono stati presentati e i nomi degli ammessi sono sulla sua scrivania ormai da molte settimane.
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