CERDA. La mancata approvazione del bilancio di previsione 2014, nell’ultima seduta, ha portato all’avvio delle procedure per lo scioglimento del consiglio comunale di Cerda.
Secondo il capogruppo della minoranza Pietro Bulfamante («Rinnovamento per Cerda»), la mancata approvazione del documento è stata voluta dal sindaco Giuseppe Ognibene e dalla sua maggioranza (nella quale Salvatore Dioguardi e Raffaele Insinga hanno il doppio ruolo di assessori e consiglieri) nonché dalla giunta municipale allo scopo di «eliminare l’opposizione in consiglio comunale – dice - che è sempre attenta e rigorosa nel fare rispettare leggi e regolamenti e quindi col mero intento di amministrare il Comune da solo, in quanto la legge prevede che, in questi casi, il commissario nominato dalla Regione attivi la procedura per sospendere o revocare il consiglio comunale».
Da parte sua il sindaco specifica che i consiglieri che lo sostengono in aula sono solo 6 su 15 (4 sono infatti passati all’opposizione) per cui, nei fatti, i numeri sono della minoranza e se quest’ultima avesse voluto avrebbe potuto approvare il bilancio senza problemi. Ma non tutti erano presenti e Fusco (sempre della minoranza) ha votato contro. «I consiglieri – aggiunge – responsabilmente non hanno votato il bilancio perché non c’erano le condizioni».
E questo anche perché «a novembre la minoranza – spiega - ha votato una delibera che non garantiva la copertura totale del costo dei rifiuti solidi urbani con le tariffe ma la restante parte (di oltre 100 mila euro, ndr) doveva essere coperta con la fiscalità generale del bilancio, non prevista per legge».
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