PALERMO. Né fermate, né tariffe. Del taxi sharing rimane al momento una delibera approvata in consiglio e il malumore degli stessi tassisti. A fine settembre dello scorso anno tutto sembrava essere pronto per la partenza del «taxi condiviso».
Il Comune aveva sottolineato, anche durante la seduta del consiglio, le potenzialità di questa misura. I cittadini grazie al taxi sharing avrebbero, infatti, la possibilità di usufruire dello stesso mezzo, soltanto in alcune tratte, con altri passeggeri. Tutto questo con un notevole risparmio sui costi: basta, infatti, pagare due euro a persona. Ma di tutto questo resta solo l’annuncio. E i tassisti non ci stanno. Sì, perché in un momento di forte crisi «questa poteva essere un’occasione utile per tenere in vita un settore già in forte affanno», affermano i rappresentanti delle cooperative che in città gestiscono il servizio. «Non è la prima volta che si parte spediti e poi ci si ferma», protestano.
Effettivamente il Comune nel 2013 aveva avviato, senza troppi clamori, una sperimentazione. Nel mese di gennaio del 2013 solo una ventina di taxi avevano aderito al debutto. Ma la pubblicità ai tempi non fu per nulla efficace. «Oggi c’è una delibera ma non ci sono né tariffe, né percorsi - afferma Francesco Paolo Calista, presidente della cooperativa Radio Taxi Trinacria -. Oggi facciamo i conti con tanti problemi.
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