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Commissioni, vertici in scadenza: cominciano le manovre dei partiti

Il Pd vorrebbe pesare di più nello scacchiere. La prova di forza per la scelta della Settima

PALERMO. Scadute. Le nomine delle commissioni consiliari scadono domani (in realtà decadono presidenti e vice presidenti). Dopo due anni e mezzo ci sono da rifare i vertici degli organismi che regolano il traffico delle delibere in transito verso Sala delle Lapidi dando pareri preventivi e incardinando gli atti più delicati della vita amministrativa di Palazzo delle Aquile.
Nel 2012, la straripante vittoria di Leoluca Orlando portò un nugolo di consiglieri sugli scranni del palazzo. Maggioranza che, col passare dei mesi, è andata sfaldandosi fino a squagliarsi. Ma forte di quella vittoria il gruppo legato al sindaco (prima Idv, poi Mov139) fece il pieno: sei presidenze di commissioni su sette. Nel frattempo, Luisa La Colla, presidente della Terza, è passata col Pd. Sono proprio i democratici che vorrebbero pesare di più nello scacchiere visto che ora il gruppo è forte di nove consiglieri.

E puntano almeno a un’altra presidenza. I dem, però, sono al momento divisi in due parti: colombe e falchi. I primi vorrebbero una saldatura stretta con il sindaco Orlando e vorrebbero dunque chiudere la partita delle commissioni d’amore e d’accordo col primo cittadino: sono al lavoro in questo senso personaggi di peso come il capogruppo, nonché parlamentare nazionale, Teresa Piccione; i secondi sono per lo scontro frontale, per la contrapposizione netta con questa amministrazione: due nomi per tutti Fabrizio Ferrara e Sandro Leonardi.
In questa fase nessuno esce allo scoperto per fare dichiarazioni ufficiali. Ma dentro il movimento di Orlando c’è chi giura: «Vedrete che c’è chi tenterà di perpetuare questa situazione e non vorrà cambiare i componenti delle commissioni». E in effetti le bocce ferme garantirebbero una serie di rapporti trasversali che ormai sono consolidati ad esempio nella sesta commissione, l’Urbanistica, presieduta da Alberto Mangano che si avvia essere confermato.
La prova di forza avverrà in commissione Bilancio, la Settima. Il presidente è Francesco Bertolino, del Mov139 così come l’altro componente Aurelio Scavone. Gli altri sono due del Pd (Ferrara e Leonardi), Mimmo Russo (Misto) Giuseppe Milazzo (FI) e Filippo Occhipinti (Idv). Bertolino per la riconferma non ha i numeri. Sul tavolo c’è la proposta di candidatura di Mimmo Russo: che se nulla cambia sulla carta ha più chances. «Dobbiamo ragionare politicamente e non sui numeri - dice il presidente del Consiglio, Totò Orlando -. Faremo un ragionamento complessivo per garantire appieno i lavori d’aula».

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