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Commissioni, bufera sulle sedute del sabato

Al centro dello scontro anche i permessi (e i rimborsi) ottenuti in mancanza di numero legale. Torta: «Così però rischiamo di essere ostaggi del personale»

PALERMO. Mai più di sabato. Un parere del segretario generale sostanzialmente frena la possibilità che sia il consigliere giovane a fare da verbalizzante nelle sedute, come previsto da una norma del regolamento ritenuto ormai «superato dalle innovazioni normative». A garantire la regolarità di una seduta serve sempre la presenza del segretario o di un suo delegato: quindi di un dipendente comunale. E siccome di sabato gli uffici sono chiusi... sedute addio.
Le commissioni lavorano quasi ogni giorno. Sedute su sedute, discussione dopo discussione, parola su parola, carte su carte. Rappresentano, in miniatura, la composizione del Consiglio e trattano le varie delibere in via preliminare rispetto alla discussione d’aula. Ogni riunione viene pagata 156 euro che si cumula per un massimo di 21 sedute, comprese quelle di Sala delle Lapidi.
Giorni fa la notizia che la Finanza aveva avviato un’indagine sulle presenze effettive. Ma pare che si sia risolta senza che sia stata trovata alcuna anomalia. Tuttavia, anche se non c’è materiale per una inchiesta, qualche cosa si può dire sul calendario di questi organismi.
Ce ne sono alcune, tre in particolare, che ad esempio si riuniscono anche di sabato. Una faticaccia. La Prima, che si occupa di decentramento, la Seconda, Polizia municipale e Annona, la Quinta, Cultura. Questi tre sono stati gli unici organismi ad avere convocato per 146 sabati. Le altre commissioni hanno totalizzato zero sedute di sabato.

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