PALERMO. Le farmacie producono veleni. Il piano che dovrebbe collocare altri 29 presidi in città è ostacolato, rallentato, appesantito, sabotato. In ballo da anni, sembrava che in questi giorni fosse stato accettato il percorso indicato dal sindaco: approvare l’atto così come presentato senza alcun emendamento.
Ma giovedì sera la seduta a Sala delle Lapidi è saltata in maniera poco chiara facendo andare su tutte le furie sia il sindaco che il suo omonimo presidente del Consiglio, Totò Orlando. Ecco i fatti. Alcuni consiglieri intorno alle 23,30 il consigliere Felice Bruscia del Pid, assistito dal vicesegretario Serafino Di Peri, ha cominciato a chiamare l’appello e, mancando il numero legale, ha dichiarato chiusa la seduta.
Il presidente Orlando parla di «scortesia istituzionale» dato che i consiglieri stavano rientrando in aula. Ha scritto una durissima relazione. Con essa chiede al segretario generale di non consentire a Di Peri — che ha moglie e genero titolari di farmacie — di assistere ai lavori del Consiglio dato che i risultati dell’indagine «potrebbero influire sulla permanenza di un corretto e necessario rapporto di fiducia».
Caricamento commenti
Commenta la notizia