BANGKOK. La Corte penale di Bangkok ha ordinato questa mattina l'estradizione di Vito Roberto Palazzolo, il finanziere italiano considerato il riciclatore di denaro sporco per la mafia e arrestato lo scorso 31 marzo in Thailandia mentre si preparava a lasciare il Paese. Lo ha riferito all'ANSA l'ambasciata italiana a Bangkok. Il verdetto - le cui motivazioni saranno pubblicate tra dieci giorni - giunge dopo nove mesi di battaglia diplomatica per il trasferimento in Italia del boss, che nei lunghi anni di latitanza ha acquisito anche la cittadinanza sudafricana.
Nel 2009 Palazzolo, 65 anni, è stato condannato per associazione mafiosa a nove anni con sentenza definitiva, per i suoi legami con Totò Riina e Bernardo Provenzano. Prima dell'arresto all'aeroporto di Bangkok, in Sudafrica aveva messo su un impero finanziario.
PROBABILE RIENTRO VOLONTARIO. "Palazzolo non ha intenzione di fare ricorso, si configura probabilmente un rientro volontario in Italia. Non è ancora sicuro al 100%, ma stiamo parlando con il governo e con i magistrati italiani. Il mio cliente vuole parlare con i pm per chiarire buona parte della sua tortura giudiziaria". Lo ha detto Baldassare Lauria, avvocato finanziere Vito Roberto Palazzolo, per il quale la corte thailandese ha ordinato l'estradizione in Italia.
"Palazzolo vuole chiarire con i pm di Palermo le sue vicende processuali - ha spiegato - legate al periodo in cui era banchiere in Svizzera. E' chiaro che lui potrebbe fare luce su molti misteri e sui suoi rapporti con istituzioni ed esponenti di vari enti italiani". "Ci aspettavamo la decisione della corte - ha concluso - I giudizi su vicende internazionali sono molto impregnati di politica. Le regole sono poche e poco chiare". Palazzolo ha 30 giorni per fare appello. Entro il 20 gennaio si dovrebbe quindi chiarire la sua posizione.