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Formazione e controlli serrati. La ricetta della Filca-Cisl

Non passa giorno che non si registrino vittime sui nostri cantiere: una vera e propria guerra silenziosa che si consuma ogni giorno tra le mura delle imprese. È inaccettabile per il nostro Paese questa strage di lavoratori continui senza sosta. Occorrono fatti concreti, azioni decise e misure efficaci per garantire la sicurezza di chi ogni giorno mette la propria vita in gioco. È questa la linea della Filca-Cisl. Una sensibilità che parte da lontano, risale al 30 marzo 2018 la prima Giornata delle vittime del dovere istituita dalla Filca-Cisl che adesso è diventata una ricorrenza annuale.

«Vogliamo aprire il dibattito coinvolgendo le forze politiche e istituzionali - sottolinea il segretario generale della Filca Cisl Sicilia, Paolo D’Anca -. Il primo punto è potenziare la formazione iniziale: attualmente, le 16 ore di formazione previste per chi entra nel mondo dell’edilizia sono insufficienti. È necessario portare questa formazione a 40 ore, garantendo così ai nuovi lavoratori le competenze di base per operare in sicurezza e ridurre i rischi di incidenti. La formazione non deve fermarsi lì: deve essere continua e trimestrale per permettere ai lavoratori di essere aggiornati sulle nuove normative, tecniche di sicurezza e pratiche migliori. Questa formazione deve essere stimolante e coinvolgente, così come le aziende devono essere incentivate a investire nella sicurezza. Bisogna capire che formazione e sicurezza non sono un costo per l’impresa e anche lo stesso lavoratore deve capire che non sono sforzi». Un tema delicato è quello dei controlli.

«Devono essere intensificati e rafforzati - prosegue D’Anca - coinvolgendo anche la polizia municipale ove necessario, oltre all’ispettorato del lavoro. Controllori e controllati devono fare la propria parte: i primi per verificare il rispetto delle norme, i secondi per assumersi la responsabilità di rispettarle. Solo così si potrà evitare che gli attestati di formazione siano solo carta straccia e che alcune imprese si sentano impunite. In un momento in cui si stanno moltiplicando gli appalti del PNRR, è ancora più importante intervenire con fermezza. Le sanzioni devono essere esemplari e le pene devono essere severe per chi viola le norme di sicurezza e mette a rischio la vita dei lavoratori. La tutela della vita umana deve essere prioritaria, e chi non rispetta la legge deve pagare il prezzo più alto». Una responsabilità condivisa. «Controllori e aziende devono lavorare insieme, con responsabilità condivise, per garantire che questa strage si fermi. La sicurezza non è solo un obbligo, ma un dovere morale e civile di tutti noi. Questo è un momento decisivo: con i tanti appalti e investimenti pubblici in corso, dobbiamo agire subito e con decisione. La vita dei nostri padri di famiglia, dei nostri figli e delle nostre comunità non può più essere sacrificata sull’altare del profitto o dell’inerzia. È ora di passare dalle parole ai fatti, di mettere in campo azioni concrete e di garantire un futuro più sicuro a tutti i lavoratori edili. Basta vittime, basta stragi silenziose. La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità assoluta».

Per il segretario generale Filca-Cisl nazionale Enzo Pelle: «La sicurezza sul lavoro è un tema che coinvolge tutti gli stati del pianeta, anche quelli più moderni ed evoluti. I numeri parlano chiaro: nel mondo ogni 15 secondi una persona muore sul lavoro a causa di un infortunio o di una malattia professionale. Nello stesso lasso di tempo, 15 secondi, 153 lavoratori sono coinvolti in incidenti sul lavoro che procurano lesioni anche gravi. Si stima che ogni giorno 6.300 persone muoiano a causa di incidenti sul lavoro o di malattie professionali, una lunga scia di sangue che provoca oltre 2,2 milioni di vittime all’anno. Il costo umano e sociale di queste tragedie quotidiane è enorme». A questo si aggiunge l’onere economico.

«Si stima - prosegue Pelle - che gli incidenti sul lavoro siano pari ogni anno al 4% del prodotto interno lordo mondiale, una cifra insostenibile. L’edilizia resta uno dei settori più a rischio: in Italia muore in media un edile ogni due giorni. La principale causa di morte resta la caduta dall’alto. È per tutti questi motivi che è necessario continuare a tenere alta la guardia su salute e sicurezza ma anche sul lavoro nero e sulle nuove forme di elusione contrattuale, ancora presenti nei cantieri. L’introduzione della Patente a punti, uno strumento nato da una intuizione della Filca e della Cisl, è un passo importante, ma non basta. Insieme alla Cisl abbiamo lanciato 10 proposte sulla sicurezza sul lavoro, in molti casi fatte proprie dall’interlocutore pubblico. Le novità introdotte nel nostro ordinamento, a partire dalla Patente a crediti, ci fanno ben sperare per un importante cambio di marcia nel paradigma sulla qualificazione delle imprese. Noi continuiamo a ritenere che gli investimenti in salute e sicurezza siano la chiave per dare qualità al settore, innovazione al mercato e sostenibilità sociale. Ma è indispensabile anche la formazione, quella vera, che passi dai nostri Enti bilaterali. E poi ci vuole una banca dati nazionale che certifichi la formazione effettuata, specie quella sulla sicurezza. La formazione deve essere fatta in modo serio e non può essere un foglio di carta comprato al massimo ribasso! Abbiamo inoltre proposto una figura istituzionale nuova: il promotore della sicurezza, una sorta di RLST che in modo pratico sui cantieri faccia prevenzione. Idea, questa, che si sposa benissimo con la proposta della Cisl di utilizzare l’avanzo Inail per fare formazione in modo diffuso e concreto sui luoghi di lavoro. Bisogna investire in innovazione sulla sicurezza per salvare vite umane e ridurre gli infortuni, la tecnologia in questo caso può essere decisiva per aumentare la qualità del lavoro».

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