Proprio nella giornata di chiusura della COP29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2024, che quest’anno si tiene a Baku in Azerbaigian, Legambiente il 22 novembre organizza a Palermo (Cantieri culturali) la sesta edizione del Forum regionale QualeEnergia Sicilia e che da quattro anni è anche l’evento di apertura di Sicilia Carbon Free, il progetto di Legambiente che ha l’obiettivo di diffondere il concetto di efficienza energetica come priorità e rimuovere gli ostacoli per la diffusione capillare delle fonti di energie rinnovabili (FER), con l’obiettivo della decarbonizzazione della Sicilia al 2040.
Dopo mesi consecutivi di assenza di precipitazioni e altissime temperature, che ha fatto piombare la nostra regione in stato di severità idrica alta, neanche le piogge torrenziali dei giorni scorsi hanno alleviato i disagi dell’entroterra siciliano, pur mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini che vivono in prossimità delle coste, come abbiamo potuto vedere dalle immagini che son arrivate dalla provincia di Catania molto simili a quelli di Valencia.
Una testimonianza evidente della crisi climatica in atto, da cui emerge l’urgenza di agire – oltre che su misure di adattamento per ridurre la vulnerabilità dei sistemi urbani e agricoli - sulla mitigazione, vale a dire sulla riduzione dell'emissioni in atmosfera di gas climalteranti. Su quest’ultimo fronte le FER sono uno degli strumenti a nostra disposizione e con tecnologie già mature per abbandonare i combustibili fossili.
Le fonti fossili sono ancora estremamente centrali in Sicilia, per la produzione di elettricità, nell’industria degli idrocarburi e come luogo di transito delle importazioni di gas. La continuità nelle politiche energetiche del governo da un lato, la poca chiarezza delle politiche regionali in termini di mancata pianificazione, restituisce un quadro di incertezza che non gioca a favore della tempestività che serve quando si è di fronte ad un’emergenza.
In termini di lotta alla crisi climatica infatti attuare lentamente la transizione ecologica equivale a perdere, e a farne le spese potrebbero essere proprio le fasce più deboli della società, fra cui i lavoratori del comparto del fossile. Ma costruire l‘alternativa si può. Certamente la trasformazione del modello energetico da quello concentrato delle fossili a quello distribuito, diffuso e capillare delle rinnovabili, comporterà necessariamente una presenza fisica e una visibilità in quasi tutti gli ambiti territoriali, seppur nella diversificazione delle tecnologie disponibili.
Ecco perché il tema delle aree idonee, che a seguito dell’emanazione del Decreto del 21 giugno 2024 obbliga le Regioni ad installare complessivamente 80 GW di nuova potenza al 2030, appare cruciale; e in particolare lo è per la Sicilia, alla quale l’obiettivo minimo assegnato è di 10,485 MW. Dunque obiettivi talmente impegnativi che servono alleanze per giungere ad una trasformazione del modello economico che investe i principali settori su cui si fonda l’economia siciliana: agricoltura, industria petrolchimica, turismo.
È per questo motivo che in questo Forum svilupperemo esclusivamente il tema delle FER in rapporto alle opportunità che esse offrono, in un’ottica lungimirante di pianificazione sia in ambito agricolo che industriale, senza tralasciare il tema della biodiversità e del paesaggio: un’occasione per trasformare la transizione energetica in transizione ecologica.
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