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Atelier Benedetta, creazioni di successo

Designer e stilista: «La fama? Grazie a innovazione, focus sulla qualità e ascolto attento delle mie clienti»

Benedetta Passalacqua, il cuore pulsante di «Atelier Benedetta», ha iniziato la sua avventura nel mondo della moda fin da giovanissima, studiando nel capoluogo e creando progetti e linee di prêt-à-porter. Le sue collezioni hanno conquistato mercati importanti da Roma a Milano. La sua carriera è stata costruita con pazienza e determinazione, con ogni pezzo che si è aggiunto al mosaico del suo successo. Benedetta, designer e stilista, ha poi colto l'opportunità di arricchire le sue competenze nel settore sartoriale lavorando in uno dei migliori atelier di moda sposa a Palermo. Un impegno, uno straordinario percorso, che le consegna le chiavi di donna di successo.

Come ha vissuto l'esperienza di donna imprenditrice nel contesto della celebrazione della Giornata internazionale della donna?

«Come donna imprenditrice non potevo che vivere la giornata internazionale della donna svolgendo il mio lavoro. A contatto con le mie clienti, tutte donne, e con il mio team interamente al femminile anche questo. Nulla di straordinario dentro lo straordinario di ogni giorno!».

Quali sfide specifiche ha affrontato nel suo percorso imprenditoriale come donna e come le ha superate?

«Le sfide da affrontare sono state diverse. Una di queste è stata costruire una credibilità professionale, considerando che, quando ho iniziato, ero una giovane donna. Il processo di crescita e maturazione è stato lungo ed ha richiesto tempo e dedizione. Ma il percorso di maturazione ha sviluppato la personalità del mio brand. La gestione del tempo nei primi anni era inevitabilmente sbilanciata verso l’avvio dell’attività. Con il passare degli anni ho imparato ad organizzare il mio tempo libero e ad ottimizzare i processi di produzione per concentrarmi sulle priorità. Lavorando anche su me stessa, ho iniziato a valorizzare ogni successo professionale e l’ho celebrato, arrivando così ad acquisire la fiducia in me stessa e nelle mie potenzialità professionali, Ed è quello che mi ha resa quella che sono oggi».

Crede che il concetto di leadership femminile abbia subito delle trasformazioni nel corso degli anni? Se sì, in che modo?

«Il ruolo della donna è profondamente cambiato grazie alla coscienza ed alla consapevolezza oggi sempre più forte delle nostre potenzialità. Soprattutto nelle giovani donne di oggi vedo con gioia la forza e la caparbietà nel far emergere a tutti i costi il proprio ruolo. Le donne sono sempre più riconosciute per la loro capacità di collaborare, comunicare in modo efficace, risolvere i problemi in modo creativo ed incoraggiare l’inclusione e la diversità. E come donna, non posso che essere un’inguaribile ottimista affinché questo processo sociale abbia un costante incremento».

Quali sono stati i momenti più significativi o le pietre miliari nel suo cammino verso il successo imprenditoriale?

«Non credo che esista un momento più importante rispetto ad altri. C’è un’idea iniziale e la voglia di realizzarla. Il resto è passione pura! E la consapevolezza che questa passione la vedo riflessa nella felicità delle mie clienti, ogni volta che riesco a cogliere i loro desideri ed a trasformarli in qualcosa di tangibile, nell’abito che desideravano e che diventa realtà».

Cosa pensa del fatto di essere un modello di ispirazione per altre donne che aspirano al successo imprenditoriale?

«Sono lusingata e grata. Penso che sia importante condividere le mie esperienze, le sfide affrontate ed i successi ottenuti per mostrare che per noi donne l’unica cosa impossibile è non tentare. La condivisione di esperienze è un buon modo attraverso il quale contribuire a promuovere una rete di sostegno ed incoraggiamento che possa avere un impatto positivo nella società».

Quali strategie ha adottato per distinguersi nel suo settore e raggiungere il successo?

«Direi senza dubbio innovazione, focus sulla qualità ed ascolto delle mie clienti. Da un lato, la qualità del prodotto per costruire reputazione e affidabilità e dall’altro mettere al centro delle proprie attività le esigenze ed i desideri delle clienti, ascoltando il loro feedback ed adattando di conseguenza le strategie aziendali».

Ha avuto delle figure di riferimento che l'hanno ispirato lungo il suo percorso imprenditoriale?

«La caparbietà di mia madre. Era una bravissima venditrice ed una donna molto forte. Ha ispirato i miei valori, gli obiettivi e l’etica professionale che ho messo al centro del mio percorso imprenditoriale».

Come bilancia il suo ruolo di donna imprenditrice con altri aspetti della vita, come la famiglia e il tempo personale?

«Gestire un’impresa non lascia molto tempo libero e non è semplice non farsi assorbire totalmente dal lavoro. Ma basta organizzarsi. Stabilendo dei confini e dandosi delle priorità. Seguo delle regole che mi consentono di mettere un chiaro limite, principalmente non portando mai il lavoro a casa e limitando l’uso del cellulare. Basta la consapevolezza di avere la propria strategia per bilanciare il lavoro imprenditoriale con gli altri aspetti della vita. Nella mia agenda non mancano mai i momenti per fare yoga o per prendere un caffè con un’amica. Il tempo libero è sacro».

Crede che ci siano degli elementi distintivi nel modo in cui le donne gestiscono le aziende rispetto agli uomini? Se sì, quali sono secondo lei?

«Assolutamente si! Penso che noi donne siamo più propense alla valorizzazione dell’empatia, avendo più attenzione alla comunicazione ed alla gestione dei conflitti, riconoscendo il loro valore nella costruzione di team coesi e produttivi. Questo ci consente di essere più propense ad ascoltare le esigenze dell’altro, sia che esso sia il cliente o un componente del team. Spesso non c’è una gerarchia verticale ma un’organizzazione orizzontale».

Quali consigli darebbe alle giovani donne che vogliono intraprendere la strada dell'imprenditorialità?

«Studio, formazione e resilienza. Fare impresa non è solo avere “fiuto per gli affari” o avere delle belle idee, ma è soprattutto programmazione, analisi e visione. Voglio però ricordare alle giovani donne che vogliono fare impresa che bisogna non chiedere troppo a se stesse. L’equilibrio tra azienda e famiglia si forma con il tempo e si può fare coincidere tutto».

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