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Successo del Cynara festival a Cerda, oltre 200 mila presenze

La capitale del carciofo ha celebrato il suo prodotto principe. Una manifestazione con 64 appuntamenti, 159 musicisti, 71 maestranze, 500 chili di pasta, 5.000 porzioni di frittella

Successo del Cynara Festival a Cerda, capitale indiscussa del carciofo ma anche del buon cibo e dei grandi vini. Dal 20 al 28 aprile circa 200 mila persone hanno animato le vie del paese per celebrare uno dei prodotti più rinomati delle campagne delle basse Madonie e della Valle del Torto, coltivato da circa duecento produttori per un fatturato superiore ai 20 milioni di euro. Un susseguirsi di incontri e iniziative in una comunità profondamente legata al principe dell’agricoltura locale, da sempre sinonimo di qualità, protagonista di cooking show, talk, degustazioni e naturalmente di tutta la ristorazione del territorio.

Una manifestazione con 64 appuntamenti, 159 musicisti, 71 maestranze, 500 chili di pasta, 5.000 porzioni di frittella. Momento clou la 42esima Sagra del carciofo. E a proposito di carciofi, quasi 15 mila quelli raccolti e usati in otto giorni di convivialità e condivisione. Ad arricchire l’edizione più partecipata della storia a Cerda, la partnership con sette cantine della Doc Monreale, le ricette di famiglia della Brigata delle Signore Cerdesi, il tributo all’intramontabile corsa Targa Florio, la presenza di ospiti illustri: prima tra tutti Giusina Battaglia, cerdese doc, nonché madrina dell’evento, che insieme a produttori, istituzioni e appassionati del gusto si sono fatti portavoce di un patrimonio gastronomico di rilievo.

«Ce l’abbiamo messa tutta, e questi numeri lo dimostrano - ha dichiarato soddisfatto il Sindaco di Cerda Salvatore Geraci -. Ogni eccellenza merita di essere raccontata e oggi più che mai guardiamo fiduciosi al futuro, all’insegna della valorizzazione delle tipicità produttive, dell’accoglienza turistica, dell’innovazione. Il Cynara festival è dunque un nuovo orizzonte per la nostra terra, con l’augurio che la manifestazione possa, già da domani, mettere a sistema la filiera produttiva del carciofo spinoso cerdese, dando forza e credibilità ad un territorio e ad un circuito del Gusto e della Cultura che in questa tradizione intende riconoscersi con modernità e impegno condiviso. Ora bisogna lavorare sui produttori, metterli insieme, sviluppare nuovi sbocchi di mercato. Il lavoro è appena iniziato».

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