Obiettivo: fotografare la Sicilia enologica tracciandone i cambiamenti, aiutando il lettore a gustare il meglio delle etichette che l’Isola produce. La guida ai «Vini di Sicilia 2022» - numero unico edito dal Giornale di Sicilia (in edicola dal 30 novembre a € 3,50 più il prezzo del quotidiano), curato da Francesco Abate e Giancarlo Gariglio di Slow Wine, con il coordinamento editoriale di Olivia Reviglio - recensisce centoventi aziende, ordinate per province, di cui sono forniti i recapiti, i nomi dei proprietari, il numero di ettari vitati, il regime di conduzione agricola e le indicazioni si intrecciano alle storie dei territori e all’accurato esame dei vini. La Guida… alcolica verrà presentata domani (lunedì 29 novembre) all’Orto Botanico di Palermo (Sala Lanza, ore 11), durante un incontro condotto da Salvo La Rosa, alla presenza di numerosi produttori. «Per noi – spiega il direttore del Giornale di Sicilia, Marco Romano - si tratta di un appuntamento ormai da anni irrinunciabile e dalla doppia valenza: fornire un contributo affidabile ai nostri lettori amanti del vino e sostenere un settore che rappresenta un’eccellenza per la Sicilia, capace di resistere anche alla crisi legata alla pandemia». Se le province di Catania e Trapani sfavillano per numero di cantine recensite, rispettivamente 35 e 28, lo stato di salute del vino siciliano lo tracciano i curatori Abate e Gariglio: «Ci siamo confrontati con annate palesemente differenti: i 2018 aperti, succosi e disponibili al dialogo, i 2019 in pausa, molto introversi, e i 2020 a due facce, con aperture decise sul lato del frutto, e chiusure soprattutto nella dinamica gustativa. Andando nel dettaglio, ci è parsa un’annata minore per i Catarratto, in evidente ripresa e pieni di grinta i Grillo e, per restare sul tema dei bianchi, rileviamo un exploit, atteso e registrato nel tempo, dei vini delle isole minori. Passando ai rossi, sono risultati succosi e golosi i Frappato e lo stesso, ma con passo ridotto, possiamo affermare per i Cerasuolo di Vittoria. Meritano invece un capitolo a sé gli Etna: i Nerello assaggiati erano perlopiù del 2019, un’annata classica, e del 2018 mentre gli Etna Bianco ci sono parsi in forma, tesi, verticali e stimolanti. È arrivata una conferma di carattere per i passiti e sono risultati esaltanti i nostri Marsala». Domani verranno premiati i 44 «Vini top» e le 44 «Cantine top»: qui intelligenza e cultura della terra dei vignaioli permette di raggiungere risultati di assoluta eccellenza. E non mancherà la degustazione finale. Vivere il vino nella sua essenza più profonda, non sta forse nell’assaggiarlo, ascoltare quel che racconta e poi condividere le emozioni, parlare, comunicare e conoscersi?