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Palermo, la Corte dei conti approva il piano di risanamento del Comune: «Ma servono controlli su riscossioni e partecipate»

Si tratta di una cifra più bassa rispetto alla prima stima che superava i 438 milioni. Ma restano la bassa capacità di riscossione delle tasse comunali e la gestione delle partecipate, in particolare Amat e Rap

La Corte dei conti ha dato il via libera al piano di riequilibrio finanziario del Comune di Palermo. Il programma prevede un percorso di dieci anni per rimettere in ordine i conti dell’amministrazione, a partire dal 2022. Il debito da ripianare ammonta a poco più di 200 milioni di euro.

Si tratta di una cifra ben più bassa rispetto alla prima stima, che superava i 438 milioni. La riduzione è dovuta al fatto che, nella versione iniziale, erano stati inclusi anche costi non dovuti, come anticipazioni di tesoreria e fondi già spesi. Per sostenere il piano, lo Stato ha già versato al Comune oltre 161 milioni di euro, più una rata da quasi 14 milioni, in base all’accordo firmato nel gennaio 2023.

Secondo i giudici contabili, ci sono segnali positivi: il disavanzo si è ridotto, così come i debiti fuori bilancio. Ma restano due punti critici: la bassa capacità di riscossione delle tasse comunali e la gestione delle partecipate, in particolare Amat e Rap. Proprio su questi aspetti la Corte ha annunciato verifiche periodiche, ritenute necessarie per garantire la tenuta del piano.

Nonostante l’ok, non mancano le osservazioni. Il piano non indica con chiarezza come saranno distribuiti nel tempo gli sforzi economici né quantifica con precisione le nuove misure introdotte. Alcune di queste, come la cartolarizzazione dei crediti o la revisione dei contratti con le partecipate, sono state giudicate troppo incerte per essere considerate affidabili.

Il Comune dovrà anche rispettare gli impegni presi con lo Stato: ogni anno sarà obbligato ad aumentare dello 0,5% la capacità di incassare le proprie entrate e tagliare del 2% alcune spese correnti. In caso contrario, i contributi statali potrebbero essere sospesi.

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