Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il rapporto di Bankitalia, in Sicilia cresce l'occupazione: bene i servizi

È uno dei dati che emergono dal rapporto annuale di Banca di Italia sull'economia della Sicilia che viene presentato oggi a Palermo

Nel 2024 secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro (Rfl) dell’Istat l’occupazione siciliana ha continuato a espandersi. La crescita, pari al 4,6 per cento, è stata meno intensa rispetto all’anno precedente (5,5) ma ancora ampiamente superiore a quella media nazionale e del Mezzogiorno (rispettivamente, 1,5 e 2,2 per cento. Il tasso di occupazione, per la popolazione tra 15 e 64 anni, è aumentato portandosi al 46,8 per cento; 5,6 punti percentuali in più rispetto a quanto osservato nel 2019 (62,2 e 3,2 i corrispondenti dati a livello nazionale).

È uno dei dati che emergono dal rapporto annuale di Banca di Italia sull'economia della Sicilia che viene presentato oggi a Palermo. L’incremento del numero di occupati si è verificato in tutti i settori, con la sola esclusione di quello agricolo; i contributi maggiori sono stati forniti dal comparto del commercio e degli alberghi e ristoranti, dove l’occupazione si è così riportata sullo stesso livello del 2019, e dalle altre attività dei servizi come istruzione e sanità. L’occupazione è cresciuta più per le donne rispetto agli uomini.

"La crescita dell’occupazione", nota il rapporto di Banca di Italia sull'economia della Sicilia presentato oggi, come nel 2023, è stata particolarmente intensa per i lavoratori che svolgono professioni a più alta qualifica, la cui quota sul totale degli occupati nella media dei primi tre trimestri del 2024 era pari a poco più di un terzo (circa il 30 per cento nella media del biennio 2021-22; 36,4 per cento la media nazionale). "La progressiva adozione di tecnologie basate sui sistemi di intelligenza artificiale potrebbe in futuro influenzare soprattutto la domanda di lavoro per le professioni che richiedono maggiori abilità cognitive", continua il rapporto.

L'intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale è una tecnologia in rapido sviluppo e gli impatti sul mercato del lavoro sono ancora incerti: da un lato l’IA potrebbe svolgere integralmente compiti eseguiti dai lavoratori (effetto sostituibilità), dall’altro potrebbe coadiuvare il lavoro umano, offrendo un valido strumento di incremento della produttività (effetto complementarità).

Secondo i dati dell’indagine Invind condotta dalla Banca d’Italia tra febbraio e maggio del 2025, circa il 27 per cento delle imprese italiane faceva uso di tecnologie di IA, un incremento di quasi 14 punti percentuali rispetto al dato rilevato nel 2024. In regione, secondo il rapporto di Bankitalia sull'economia della Sicilia, presentato a Palermo, la diffusione di queste tecnologie risultava più contenuta (17 per cento, a fronte dell’8 nell’anno precedente). E’ possibile stimare l’esposizione potenziale dei lavoratori alla nuova tecnologia, sia in termini di complementarità sia di sostituibilità, a partire dal grado di correlazione tra le abilità umane richieste per le mansioni che caratterizzano la singola occupazione e quelle che è in grado di svolgere l’IA.

Sulla base dei dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, il mercato del lavoro siciliano risulterebbe caratterizzato da una minore proporzione di lavoratori occupati in professioni ad alta esposizione all’IA rispetto all’Italia (rispettivamente 51,6 e 52,7 per cento. Ciò è dovuto a una minore quota di addetti impiegati in attività potenzialmente sostituibili dall’IA (20,3 per cento rispetto al 24 in Italia); questa differenza è riconducibile sia a una diversa composizione settoriale sia, in prevalenza, alla diversa composizione occupazionale all’interno di ogni settore, che in regione risulta maggiormente orientata verso profili professionali meno esposti per sostituzione. Al contrario, in Sicilia è più elevata la proporzione di occupati esposti per complementarità, soprattutto per via di una maggiore rilevanza dei settori dove l’IA più verosimilmente coadiuverà il lavoro umano, tra cui in particolare i servizi pubblici e il commercio.

Data la capacità dell’IA di svolgere mansioni complesse che richiedono maggiori abilità cognitive, i lavoratori con un titolo di studio elevato risultano particolarmente esposti, sia al rischio di sostituzione sia al potenziale di complementarità. In Sicilia, risulterebbero altamente esposti poco più della metà dei lavoratori con un diploma o titolo equivalente, con percentuali simili tra i due tipi di esposizione (complementarità o sostituzione), e poco più dei quattro quinti dei lavoratori con almeno la laurea, per i quali prevale la complementarità. Tali evidenze non si discostano di molto da quelle emerse nei valori medi nazionali, rileva il rapporto di Bankitalia sull'economia siciliana.

Caricamento commenti

Commenta la notizia