Liste d’attesa e medici in fuga in Sicilia, Acop lancia l’allarme: «Subito integrazione vera con il pubblico»
Le strutture sanitarie private, che spesso garantiscono prestazioni specialistiche che il pubblico non riesce a erogare, non possono essere un’alternativa ma parte integrante del Sistema sanitario: è necessario avviare un dialogo fattivo che metta sempre al centro il «bisogno-salute» e il «bene-salute» dei cittadini; e non lavori sempre in emergenza. C’è quindi la necessità di definire le priorità, in maniera chiara, e il perimetro del Sistema sanitario; serve una linea comune e soprattutto, un salto di qualità, come ascolto, sono necessari investimenti, strutture, modelli di gestione. Se n’è discusso oggi (8 maggio) in Sala Mattarella a Palazzo dei Normanni, a Palermo nel corso della tavola rotonda su «Obiettivi e sfide del sistema sanitario siciliano: verso la creazione di valore» organizzata da Acop Sicilia, l'associazione Coordinamento Ospedalità Privata. L’obiettivo è quello di per ripensare in chiave locale un sistema sanitario più equo, sostenibile e vicino ai bisogni reali delle persone, consolidando il dialogo tra pubblico e privato. Alla tavola rotonda sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione siciliana Renato Schifani e l’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, il presidente nazionale di Acop e neo presidente di FederSalute, Michele Vietti. Carmelo Tropea, presidente regionale di ACOP, ha aperto i lavori a relatori di altissimo profilo, da Elio Borgonovi, professore emerito della Bocconi e presidente del Cergas, a Stefano Cazzaniga, partner del Boston Consulting Group, Piero Grasso, vicepresidente della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza IRCCS, Guido Noto, coordinatore del centro di ricerca CREMS. Nel pomeriggio Acop ha aperto la sua sede regionale nel centro di Palermo. «Acop chiede al governo un cambio di passo, maggiori risorse per la sanità, una governance condivisa e un'integrazione reale ed efficiente tra pubblico e privato accreditato. Solo da questa collaborazione può venire la soluzione strutturale dei gravi problemi che affliggono la sanità, in particolare quello delle liste di attesa» ha chiarito Michele Vietti, presidente nazionale di Acop, mentre Carmelo Tropea, a capo del sindacato di strutture private in Sicilia, spiega come «Acop rappresenta in Sicilia circa 3000 posti letto e 5000 addetti, un terzo delle attività ospedaliere: siamo qui per rafforzare l’idea di un unico sistema necessario ai bisogni dei cittadini. La sanità privata in Sicilia rappresenta circa il 35 per cento delle prestazioni ospedaliere, numero che cresce moltissimo con le attività socio assistenziali: siamo una realtà con cui dialogare». Secondo Elio Borgonovi, tra i promotori del documento che propone in 15 principi guida come affrontare le sfide della Sanità oggi, «bisogna avere una visione integrata e globale della Salute: non erogazione di prestazioni ma presa in carico dei bisogni, partendo da prevenzione e diagnosi precoci, pensando soprattutto a persone con cronicità». «Intendiamo migliorare l’accesso alle cure per i cittadini siciliani, rafforzando la qualità dell’offerta da parte di strutture pubbliche riorganizzate e razionalizzate – è intervenuto il presidente Renato Schifani – ma anche attraverso l’accordo con strutture private accreditate per incrementare la disponibilità di prestazioni sanitarie, dalle visite specialistiche agli interventi chirurgici, con una diminuzione dei tempi di attesa che ha purtroppo rappresentato una delle criticità maggiori del sistema sanitario regionale». L’assessore alla Sanità Daniela Faraoni ha sottolineato la necessità di «lavorare sul recupero di medici in fuga, sull’abbattimento delle liste di attesa; la distribuzione delle risorse deve essere totale e comprendere il privato quando offre prestazioni specialistiche necessarie. Registro con piacere la sensibilità, la condivisione di obiettivi e la volontà di investire: in un momento in cui gli attacchi mediatici ci colpiscono e ne usciamo doloranti, abbiamo bisogno di capire e andare avanti insieme».