
«La decisione di aumentare la tassa di soggiorno e di farlo già dai prossimi mesi è inaccettabile. Già a febbraio con un documento interassociativo avevamo sottolineato la gravità di questa proposta». Confesercenti Palermo boccia l’aumento della tassa di soggiorno, decisa alla vigilia del primo maggio e «senza nessuna concertazione con le parti sociali».
«Non si può caricare sulle imprese e sul comparto turistico, la gestione fallimentare della Rap, lasciando indisturbati gli evasori e rivalendosi, come ogni anno di questo periodo, sulla tassa di soggiorno per ragioni di bilancio», dice la presidente di Confesercenti Francesca Costa. «È come se avessimo a che fare con un interlocutore strabico: da una parte discutiamo di destagionalizzazione e allungamento dei tempi di permanenza dei turisti, dall’altra per ragioni di bilancio si attuano politiche che vanno esattamente nella direzione opposta. Auspichiamo pertanto un intervento da parte dell’Amministrazione per rimodulare le posizioni assunte».
La scelta di aumentare la tassa di soggiorno e le tariffe Tari è un doppio colpo alle imprese e a chi fa locazione turistica. «Per quanto riguarda la tassa di soggiorno abbiamo già spiegato i rischi di un aumento eccessivo dell’imposta, soprattutto se non annunciato per tempo; dall’altra parte anche l’aumento della Tari avrà un peso di non poco conto per le imprese. Basta dire che un caffè di 50 metri quadri si troverà a pagare circa 100 euro in più all’anno di tassa per i rifiuti», dice la presidente Francesca Costa.
«Le attività – continua Costa – sono colpite due volte dalle politiche dell’amministrazione comunale: con l’aumento della tassa di soggiorno e con gli aumenti in bolletta Tari. Tutto questo per un servizio che continua ad essere totalmente inadeguato e nell’assenza di misure utili a individuare e colpire gli evasori».
Secondo le simulazioni di Confesercenti Palermo, le nuove aliquote Tari peseranno sulle imprese della filiera turistica per diverse centinaia di euro in più l’anno. Il titolare di un ristorante di appena 82 metri quadrati, ad esempio, si troverà a pagare 2.362 euro con un incremento di 195 euro rispetto al 2024. Il proprietario di un bar di 51 metri quadri dovrà pagarne 1.105 con un rincaro di 91 euro. Conti che aumentano, con l’aumentare dei metri quadrati del pubblico esercizio: per un ristorante di 100 metri quadri, la tariffa da corrispondere sarà di 2.880 euro l’anno, quasi 240 euro in più del 2024. I rincari incideranno in maniera consistente anche per altre attività. Un albergo con ristorante di circa 350 mq, si troverà a pagare quasi 250 euro in più all’anno, vedendo lievitare il costo fino a 3.000 euro; un albergo (250 mq) senza ristorante arriverà a pagare 1.800 euro, circa 150 euro in più.
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