
Ora che il piano industriale di Amat è stato approvato in giunta, i sindacati si fanno sentire. Chiedono che le loro rivendicazioni vengano finalmente accolte e messe in pratica. Sulla carta c’è ancora uno sciopero proclamato, sarebbe il sesto, per il prossimo 31 marzo. Per la revoca le sigle chiedono il rispetto degli impegni con atti concreti. Significa il riconoscimento del buono pasto, il passaggio a full time degli ausiliari del traffico, l’assunzione immediata degli operatori di officina e l’indennità domenicale.
«L'azienda ora deve mettere in pratica gli impegni che ha preso - spiega Dionisio Giordano, segretario regionale di categoria della Cisl -. Si attendeva la decisione della giunta, adesso che è arrivata ciascuno deve prendersi la sua quota di responsabilità su questi temi delicati che, peraltro, servono a migliorare il livello dei servizi ai cittadini. Speriamo, peraltro, che il Consiglio comunale acceleri nel fare quanto di sua competenza».
Il presidente della partecipata di via Roccazzo, Giuseppe Mistretta, è sulla stessa lunghezza d’onda e si dice disponibile a riconoscere quanto chiesto. Ma il passaggio dell’atto in aula serve, comunque, per l’approvazione definitiva. Ovviamente, qualche timore che a fine percorso ci possano essere delle modifiche apportate esiste. Non fosse altro perché sull’aumento di 20 centesimi del biglietto s’è già alzata la barriera dell’opposizione che minaccia fuoco e fiamme.
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