Una serie di pasticci burocratici e l’atto di pignoramento viene bloccato nei confronti di un imprenditore edile. Rischiava di vedersi congelare praticamente tutta la propria liquidità, con conseguenze pesanti sulla propria azienda, dal momento che in ballo c’erano qualcosa come 130 mila euro. A risolvere il nodo l’associazione Sportello tutela credito con l’impugnazione avvenuta per il tramite dell’avvocato Andrea Pace (nella foto) che ha difeso l’impresa. Il giudice del tribunale della sesta sezione civile, con propria ordinanza, ha subito sospeso l’esecuzione intrapresa con l’atto di pignoramento nei confronti dell’impresa, liberandola temporaneamente da ogni pretesa creditoria dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Una vicenda delicata anche perché il titolare dell’impresa aveva ricevuto un atto di pignoramento presso terzi con blocco di tutti i conti correnti, intrattenuti con diverse banche, da parte dell’esattoria per un vecchio debito di oltre 130 mila euro. Il blocco dei conti correnti è uno dei mezzi di cui si serve l’Agenzia delle entrate per aver pagati i propri crediti già maturati. Ma così facendo, blocca l’attività del contribuente al quale la banca, in questi casi, può anche chiedere di rientrare dal fido, con chiusura immediata del conto. L’imprenditore si è rivolto allo Sportello tutela credito, intervenuto con un ricorso in opposizione all’esecuzione, con relativa istanza di sospensione contro l’ente della riscossione. Contestata dall’avvocato Pace l’illegittimità del provvedimento, in fatto e in diritto, in quanto è stato rilevato anzitutto un vizio di motivazione. In pratica mancava il dettaglio dei crediti e della loro natura, oltre alle modalità di calcolo. Ma vi era, sempre secondo il legale dello sportello, una «omessa ed irregolare notifica degli atti contestati» ed «indefinibilità del credito effettivamente dovuto all’esattoria». In ultimo è stata anche rilevata la prescrizione di parte degli atti notificati. Il giudice ha sospeso l’esecuzione senza neanche sentire le ragioni dell’esattoria. Rinviata l’udienza di merito al prossimo anno per la prosecuzione dell’iter processuale nel merito. «Questo è un ulteriore esempio - spiega l’avvocato Andrea Pace - di come oggi si muove l’esattoria e dei danni che può cagionare al contribuente pur di recuperare parte dei crediti erariali. Un problema da non sottovalutare. Consiglio a tutti di rivolgersi subito, tramite i propri consulenti, agli esperti per verificare gli importi effettivamente dovuti al fisco e per ottenere, qualora ce ne siano i presupposti, una sostanziale diminuzione di quanto dovuto e subito dopo richiedere ed ottenere una lunga rateazione del debito residuo, sino a 10 anni, come prevede la legge».